Ringraziamo i puristi e bulli di Neon Genesis Evangelion, ora su Netflix ci resta l’audio giapponese
Grazie ai puristi, agli sfegatati. Grazie ai pluridecorati addetti ai lavori. Grazie ai cultori della tradizione. Hanno vinto la loro battaglia su Netflix e sul "cattivo" di turno, il povero Gualtiero Cannarsi, responsabile del ridoppiaggio di "Neon Genesis Evangelion" e curatore della prima edizione del doppiaggio. In seguito alle veementi proteste e al proliferare di meme che, in maniera tragicomica, riprendono le sequenze più improprie sulla base di sintassi e terminologia, il colosso di contenuti on demand ha deciso di staccare la spina alla lingua italiana della serie, commissionando una nuova edizione del doppiaggio che sarà disponibile a data da destinarsi.
E adesso? Tutti i prodotti di "Neon Genesis Evangelion", compresi "Evangelion Death True"e "The End of Evangelion", sono in audio giapponese, inglese, tedesco e spagnolo, ma non italiano. A questo punto il dibattito dovrebbe incontrare una resistenza completamente opposta: è giusto che Netflix dia ascolto a una mozione popolare? Il colosso si è piegato, dando ragione agli aficionados e infischiandosene del resto degli abbonati, più distaccati dal mondo degli "apostoli-angeli" ma non per questo meno interessati. E, di certo, più ragionevoli. Meno ultrà. Meno faziosi.
Perché di questo si tratta. Gualtiero Cannarsi è da anni oggetto di "bullismo" sul web per le sue traduzioni delle opere di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli. In rete, letteralmente da anni, ci sono compilation sulle sue "perle cannarsiane". Ne consegue che tutto un movimento partiva da un pregiudizio enorme nei confronti del responsabile del doppiaggio che, a prescindere dal numero di "cannarsiane" riscontrate, ha inevitabilmente veicolato la campagna d'odio. In una intervista a BadTaste, Cannarsi spiega lucidamente come già nell'edizione originale da lui curata, quella che i puristi ultrà vorrebbero indietro, abbia dovuto ricorrere a una serie di "magheggi" ed espedienti per lavorare meglio. Lo stesso "angeli" sarebbe in realtà un errore, dato che "apostoli" sarebbe la forma più corretta.
Ma non c'è stato verso, il fluire di commenti negativi e di attacchi social è stato incontrollabile e ingestibile. Netflix ha quindi deciso di creare un precedente. Ha abbassato la testa ai fan-ultrà promettendo di commissionare presto una nuova edizione del doppiaggio, ma facendo comunque un torto a quanti stavano godendo di "Neon Genesis Evangelion" senza troppo stare a disperarsi se quelle creature si chiamassero "angeli" oppure "apostoli". Hanno vinto i puristi, dunque: le battaglie civili, quelle giuste, prima di tutto.