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Ricordo di Dalla, Giletti spreca l’occasione per un gran gesto: non farlo

Ieri la prima di quattro puntate dedicate ai miti della musica italiana. Quella per Dalla è la dimostrazione che agli artefici di questi eventi non manchi l’onestà, ma la sensibilità di capire che non sarebbe il caso di realizzarli.
A cura di Andrea Parrella
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Ieri la prima di quattro puntate dedicate ai miti della musica italiana. Quella per Dalla è la dimostrazione che agli artefici di questi eventi non manchi l'onestà, ma la sensibilità di capire che non sarebbe il caso di realizzarli.

La mania del coccodrillo è una cosa che la televisione non riesce a scrollarsi di dosso, come una muta di pelle che mette e dismette a fasi alterne. E' un atto estensivo di ciò che si fa pedissequamente nella quotidianità, quell'abitudine a parlare bene dei morti perché "nonostantetutto…". Questo attutisce in qualche modo le colpe di Giletti, di Rai1 e di chiunque abbia preso parte al ricordo di Lucio Dalla di ieri sera, il primo ufficiale che la Tv gli ha dedicato a sette mesi dalla morte, il primo di una serie di quattro mercoledì dedicati ai "miti" della musica italiana.

Dopo un'ora di trasmissione si saranno sentite, al massimo, quattro canzoni intere di Lucio Dalla, le altre a spezzoni, intervallate da meravigliosi contenuti di repertorio (di cui la Rai non sembra comprendere il valore) mischiati in melassa a una pletora di considerazioni, talvolta superficiali, del conduttore in compagnia di personaggi presenti per dire quanto fossero amici di Lucio, sin da quando portava i calzoni corti. Il che attesta come verità una delle due sentenze a seguire: o che per entrare in un determinato giro devi diventare necessariamente amico di qualcuno, oppure che Dalla riusciva ad essere amico di chiunque.

La summa finale dice che non esistono difetti nuovi, che quelli riscontrati sono già stati ampiamente constatati in analoghi eventi come questo, di cui la Tv è ricca. Dice che la celebrazione, specie quella dei morti, permette un rapporto tra spesa e incasso fortemente conveniente, e che sebbene a numeri rilevanti corrisponda quantità proporzionale di critiche negative, le ultime non incidono in alcun modo sulla vendita di pubblicità; dice anche, prestare attenzione, che non esiste disonestà da parte di chi, al pari di Massimo Giletti ieri sera, si incarichi di percorrere un itinerario dove inciampare è più facile che stare in piedi. A Giletti, così come ai suoi simili, non mancheranno innocenza ed onestà, quanto più che altro la sensibilità per dire no ad una cosa, come quella di ieri, che semplicemente non andrebbe fatta. Questo per un banale ma evidente motivo: in ricordo di Lucio Dalla, niente sarebbe più efficace della messa in onda di un suo concerto. Perché no, una data del Banana Republic.

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