Ricky Tognazzi: “Ottimi ascolti, nonostante la Rai ci abbia messo Fazio-Saviano contro” (INTERVISTA)
Dopo i commenti a caldo di Simona Izzo, alla luce dell'ottimo riscontro in termini di gradimento della prima puntata de "Il Caso Tortora – Dove eravamo rimasti?", stavolta è Ricky Tognazzi, il protagonista-regista della fiction Rai, a raccontare ai nostri microfoni la soddisfazione per un risultato bissato e addirittura migliorato nella seconda ed ultima puntata. Non era facile riuscire a ripetere il 19,1% di domenica sera (con 4.7 milioni di telespettatori) alla luce di una concorrenza sulle altre emittenti più ostica. Ed invece con 5.715.ooo di telespettatori ed uno share del 20,58%, "Il Caso Tortora" batte tutti, anche l'esordio della coppia Fazio-Saviano su Rai3 per Che tempo che fa del lunedì. E proprio su questo aspetto ne esce fuori una delle riflessioni più interessanti nell'intervista con il regista: perché l'Azienda ha messo in concorrenza la fiction su Tortora con la coppia dell'infotainment più seguita della tv?
Caro Ricky, benvenuto e grazie per essere qui a Fanpage.it. Facciamo parlare i dati di ascolto della seconda ed ultima puntata de "Il Caso Tortora": 20,58% di share, 5.715.000 di telespettatori. Considerando che c'era una programmazione più competitiva rispetto alla serata di domenica, è un doppio successo?
Eravamo piuttosto preoccupati per la concorrenza di Mediaset e per il "fuoco amico" di Fazio-Saviano. Ci è sembrata una scelta aziendale piuttosto discutibile mettere in concorrenza due prodotti di impegno civile come la nostra fiction e lo show di Rai3. Non me lo so spiegare. Stamattina i dati ci hanno rincuorato, abbiamo vinto la serata con un milione di telespettatori in più rispetto alla prima, vuol dire essere cresciuti del 20% , una bella soddisfazione. Abbiamo fidelizzato i telespettatori nella prima puntata e non ci hanno più abbandonati, anzi hanno fatto un gran passa parola , questo è il segno evidente che il film è piaciuto.
Intepretare Enzo Tortora. Come è nata la sceneggiatura? Come ha lavorato sul suo personaggio e sui suoi attori?
Avevamo a disposizione oltre i due bellissimi libri che che hanno ispirato gli sceneggiatori De Cataldo, Zapelli, Izzo, migliaia di pagine sull'argomento, i libri, i diari scritti da Tortora in persona e ore di materiale televisivo. La grande difficoltà è stata setacciare tutto questo materiale, trovare l'essenza della verità . Una volta trovate le parole , scritto i dialoghi ai nostri personaggi calarsi nella storia è stato relativamente semplice. Un grazie particolare lo devo a Simona che mi è stata vicina sempre e mi ha aiutata anche sul set preparando gli attori mentre io ero al trucco e vigilando su di me, sempre, come una sentinella!
Parliamo della scenografia, stupenda. Come è stata realizzata?
Abbiamo lavorato sempre ispirandoci alla realtà , il film è stato girato tutto a Napoli. Lo scenografo Mario Pace è un veterano, conosce la Rai e la sua storia come la sua vita. È la sua vita. Anche il centro di produzione Rai di Napoli ci ha aiutati molto. Abbiamo ricostruito lo studio di Portobello, la prigione, l'aula bunker, la casa di Tortora di via dei Piatti: un lavoro enorme. Uno sforzo produttivo notevole da parte di Paola e Fulvio Lucisano. Basti pensare che di questi tempi "delocalizzano" (è un trend molto diffuso anche nel settore del cinema e delle fiction, purtroppo ndr) tendono a mandarti a lavorare in Serbia, in Bulgaria, Tunisia, ovunque, depauperando la nostra arte, la nostra cultura, togliendo lavoro alle nostre maestranze, ai nostri attori . Una vergogna.
E' un momento cruciale per il nostro Paese. Il rinnovato ricordo di Enzo Tortora può fungere da esempio?
Abbiamo messo in scena la vicenda per ricordare Enzo Tortora a chi ha vissuto da vicino quella terribile storia per non dimenticarla e per farla conoscere ai giovani.