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Ricci non fa sconti a Baglioni: “Non lo reggo da sempre, il botulino gli inceppa il cervello”

È durissimo, e per niente filtrato, il giudizio che Antonio Ricci riserva a Claudio Baglioni, conduttore del prossimo Festival di Sanremo. Da parte del patron di Striscia la notizia l’antipatia nascerebbe da lontano: “Non lo reggo da sempre”.
A cura di Stefania Rocco
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Non ci sono filtri, né margini di errore, nell’interpretazione della descrizione che Antonio Ricci fa di Claudio Baglioni, conduttore del prossimo Festival di Sanremo. Intervistato dal Corriere della Sera, il patron di Striscia la notizia non fa mistero di nutrire una profonda antipatia nei confronti del cantante, un fastidio che addirittura nascerebbe da lontano:

Non lo reggo da sempre, da quando ero ragazzo. Sono cresciuto nel ‘68, gli anni della protesta, gli anni di Tenco e Paoli, di Guccini e De André… poi arriva questa melensa creatura dalla maglietta fina che canta passerotto non andare via. Baglioni era il cantante preferito dei fascisti, dei La Russa e Gasparri. Non lo sopporto. In uno spettacolo dissi anche che gli avrei tirato una molotov. Ora se gli dai fuoco si sparge odore acre di plastica che semina diossina in tutto il Paese. Di fondo non penso sia uno disonesto… del resto non è capace: il botulino gli intoppa i ragionamenti nel cervello”.

Ancora un affondo ai danni di Insinna

Non va meglio a Flavio Insinna, per mesi divenuto il bersaglio del celebre Tg satirico in onda nel preserale di Canale5. Ricci non ha dimenticato il motivo che lo ha spinto a ingaggiare battaglia con l’ex conduttore di Affari Tuoi. In quest’occasione, prende di mira l’intervento reso all’epoca dell’intervista con Bianca Berlinguer, quel monologo difensivo che diventa bersaglio della sua ironia dissacrante:

Rompere le scatole è la cosa che so fare meglio, appena vedo la preda mi lecco i baffi da lontano. Non mi fermo nemmeno davanti agli amici. Anzi c’è più gusto, perché ti fa più male chi ti conosce bene. Io sono fiero di essere orrendo e malvagio. Poi vedo Insinna e allora mi sento un figo. Se volete passare i dieci minuti peggiori della vostra vita guardate il monologo che ha fatto da Bianca Berlinguer. Oppure il programma di Veltroni che lui condusse: una fucilata. Lo abbiamo attaccato per la sua deriva di onnipotenza, ma lo abbiamo fatto a fin di bene: per salvare Bianca Berlinguer e il Pd.

Grillo e il rifiuto di candidarsi

Infine, Ricci racconta di aver ricevuto diversi inviti a candidarsi. Tutti declinati: “Sono anni che sento dire che Beppe deve mollare, ma in realtà a lui quella situazione piace: quando vedo che lo spintonano nel mucchio, nel casino, nella ressa, capisco che sta godendo come un matto. Lui è un blob che assorbe energia da tutti. È uno che va alla ricerca dell’ascella perduta, non come Benigni che sta rintanato nella sua teca. Sono contrario ai partiti carismatici, quelli con un uomo solo al comando. Fossi all’estero avrei votato Razzi ma purtroppo non c’è. Mi hanno chiesto molte volte di candidarmi, sempre in area Pd, ma non mi interessa fare il ragazzo immagine. Feci lo scrutatore per il Psiup, la sigla era premonitrice: Partito Scomparso In Un Pomeriggio”.

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