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La morte di Raffaella Carrà a 78 anni

Raffaella Carrà icona gay, l’amore per la causa arcobaleno dopo l’abbandono di suo padre

Il difficile rapporto con il padre, il brano “Luca” e le lettere ricevute da tanti ragazzi: ecco come Raffaella Carrà è diventata sin da subito un’icona per tutta la comunità LGBT+. “Mi sono sempre chiesta com’è possibile che esista questo gap tra genitori, figli, amici e società di fronte a queste creature”.
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“Morirò senza saperlo. Sulla mia tomba lascerò scritto: perché sono piaciuta tanto ai gay?”. Così dichiarò Raffaella Carrà in una intervista del 2017 al Corriere della Sera, ma in realtà non è poi così tanto difficile capire perché sia un’icona inossidabile del mondo gay e di tutto quanto il movimento LGBT. Non solo perché ne ha cantato per prima nel brano “Luca”, canzone del 1978 che affrontava in maniera ironica per la prima volta l’argomento, ma anche perché fu tra le prime artiste ad aprirsi realmente  a questa comunità.

Il primo contatto a Canzonissima

“Ho cominciato a capire il mondo gay a Canzonissima, nel 1970, quando molti ragazzi mi inviavano le loro lettere”. Al Corriere della Sera, nel 2017, Raffaella Carrà spiegò così la sua vicinanza al mondo LGBT+ raccontando di ricevere corrispondenza dai ragazzi dell'epoca. A quel punto, ha iniziato ad approfondire e conoscere quella comunità:

Ho iniziato a informarmi, anche perché molte persone dei cast dove ho lavorato erano gay. Mi sono sempre chiesta com’è possibile che esista questo gap tra genitori, figli, amici e società di fronte a delle creature? Sono diventata icona gay mio malgrado, non ho fatto nulla: mi chiedono di essere presente a diverse sfilate e così qualche anno fa sono andata a Madrid e li ho beccati tutti. Il miglior premio per me è che la gente mi voglia bene.

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Il difficile rapporto con il padre

Raffaella Carrà ha anche rivelato del difficile rapporto con suo padre, che divorziò dalla madre e che fu sostanzialmente assente. Una cosa che ha poi influito nel rapporto che Raffaella Carrà ha avuto con gli uomini ed è per questo motivo che sin dall'età di 18 anni è uscita solamente con ragazzi gay. Nel 1979, in una intervista a Sorrisi e Canzoni rivelò:

Vorrei che la gente smettesse di guardarli male. Hanno diritto al rispetto e anche a un po’ di compassione, visti i problemi umani e sociali che devono affrontare.

Il brano Luca

"Dalla mia finestra lo vidi insieme a un ragazzo biondo. Con chi sei adesso, non si saprà mai". Faceva così "Luca", brano del 1978 scritto insieme a Gianni Boncompagni in cui si affrontava per la prima volta la tematica gay. Un brano che ha avuto, ovviamente, anche la trasposizione spagnola: "Lucas" che cominciava così: "Él era un chico de cabellos de oro…". Seguendo il testo si capisce che Luca era un ragazzo gay che era attratto da un altro ragazzo e non da lei.

Le parole di Vladimir Luxuria

A sottolineare ancora l’importanza di Raffaella Carrà per il mondo LGBT+, ci sono le parole di Vladimir Luxuria su Twitter: "La morte di Raffaella Carrà mi coglie impreparata, sbigottita, addolorata. La colonna sonora delle nostre feste e dei nostri Pride, i suoi look imitati da mille drag queen in tutto il mondo, il suo sorriso… farai ballare gli angeli".

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