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Ma è “Pressing” o uno spin-off di “Balalaika”?

Operazione revival di Canale5, che ripesca il programma portato al successo da Raimondo Vianello affidandolo a Pierluigi Pardo, in questo momento una certezza. Dopo la prima puntata sono molte le perplessità, troppe le sovrapposizioni con “Balalaika” e “Tiki Taka Russia”, così lo stesso conduttore rischia l’effetto sovraesposizione.
A cura di Andrea Parrella
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Si apre con il ricordo doveroso alle edizioni storiche, con Marino Bartoletti prima e con Raimondo Vianello poi, la nuova edizione di "Pressing", condotta da Pierluigi Pardo, insieme a Giorgia Rossi ed Elena Tambini. Una forma di riverenza per un programma  che più di vent'anni fa aveva aperto uno spazio importante a Mediaset, prodromo di quel "Controcampo" con Sandro Piccinini che avrebbe fatto a suo modo storia.

Erano tempi diversi, quelli della "scarsità" del duopolio Rai/Mediaset, quando il solo modo di vedere tutti i gol della giornata era accendere la tv alla domenica sera. Niente Youtube, di Facebook nemmeno il presentimento. Era dunque ambiziosa l'idea di Mediaset di tentare di riaprire questo spazio di approfondimento domenicale, nel tentativo di sfruttare gli effetti di un mondiale raccontato con successo e compensare in qualche modo alla fine dell'esperienza di Premium. Necessaria, per fare breccia nei cuori del pubblico, un'idea di rottura, qualcosa che fosse sintomo di discontinuità.

La lunga premessa torna utile per fare una domanda: come si concilia il concetto di novità col fatto che la nuova edizione di "Pressing" evochi l'idea di un mix tra "Balalaika" e "Tiki Taka", che tra l'altro tornerà in onda lunedì? Si comincia dallo studio, che ricorda "vagamente" quello ideato per l'approfondimento dei mondiali di calcio presentato da Savino e Blasi, con tanto di tribuna di tifosi rivisitata in forma campanilistica. Uguali persino gli stacchi musicali, che di un format dovrebbero essere la cifra distintiva. Sono diverse, insomma, le perplessità emergenti dopo questa prima puntata e vanno tutte nella direzione del presentimento che Canale 5 abbia tentato la strada di una scaltra operazione revival, caricando tutto il peso dell'operazione su uno dei conduttori più duttili e apprezzati del momento.

Innanzitutto "Pressing" parte quando la "Domenica Sportiva" ha già mostrato i gol, le interviste e ha fatto dibattito. Non è una colpa imputabile al gruppo di lavoro e dipende dalla programmazione della prima serata di Canale 5, ma tradisce in parte il senso della trasmissione stessa, che dovrebbe trasmettere le impressioni a caldo delle partite appena concluse. A rafforzare la vaga sensazione di déjà-vu contribuisce, oltre alla presenza di Pucci che meriterebbere una trattazione a parte, la struttura stessa della trasmissione, in cui Pardo veste i panni dell'anfitrione, in piedi al centro dello studio a dettare la linea, e gli ospiti disposti alla sua destra e alla sua sinistra. Ne consegue una sensazione visiva in totale continuità con "Tiki Taka" e soprattutto "Tiki Taka Russia", lo speciale dedicato ai mondiali che pure avevamo apprezzato per la sua diversità.

Il ruolo di Giorgia Rossi

C'è poi la questione della co-conduzione annunciata con Giorgia Rossi, di fatto un punto interrogativo. La giornalista è seduta al pari degli altri ospiti, il che la pone da subito in una posizione subordinata rispetto al conduttore e conferma i presentimenti della vigilia, ovvero che se i due avessero avuto un ruolo paritario, avrebbero finito per pestarsi i piedi. Ma la Rossi, in questo modo, finisce per somigliare più ad un'erede della Canalis che a un'effettiva presentatrice (ruolo che ha dimostrato di saper onorare nei mesi scorsi). Più ragionevole e ragionata è invece la presenza di Elena Tambini, agevolata dalla specificità delle sue competenze sull'aspetto arbitrale, dalle quali derivano interventi precisi e circoscritti.

C'è troppo Pardo in tv?

Saranno gli ascolti a dirci dell'effetto sul pubblico del nuovo "Pressing" che, questo deve essere chiaro, scorre. Pierluigi Pardo possiede dei tempi televisivi naturali e li impone alla trasmissione, avendo anche la personalità per sdrammatizzare eventuali momenti di imbarazzo; ma è proprio lui, che di questa operazione è una colonna, a rischiare un clamoroso effetto di sovraesposizione, imponendo per due giorni consecutivi il suo volto con due contenitori dal nome diverso, ma dai contenuti prossimi all'identicità.

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