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Pokémon Challenge non era un pesce d’aprile: ecco la sorpresa per i vincitori

Trova almeno 150 dei 151 Pokémon: questa la sfida lanciata da Google che a molti è sembrata essere un pesce d’aprile. Invece non era così, e i vincitori hanno ricevuto un premio esclusivo.
A cura di Fabio Giuffrida
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Tutti pensavano si trattasse del solito pesce d'aprile. E invece no, non è andata esattamente così. Google aveva lanciato il cosiddetto "Pokémon Challenge" annunciando ai suoi membri che, chi fosse riuscito a trovare almeno 150 dei 151 Pokémon, avrebbe ricevuto una bella sorpresa. Un gioco che ha appassionato gli amanti della serie di videogiochi giapponese creata nel 1996 da Satoshi Tajiri e pubblicata poi da Nintendo. Protagonisti indiscussi dei "Pokemon" sono delle creature immaginarie che hanno ispirato anime, film, manga, giochi, libri e innumerevoli gadget. Solo i videogiochi, nel 2009, hanno registrato la cifra record di 190 milioni di copie vendute mentre nel 2010, nel territorio giapponese, le vendite sono volate a 5 milioni grazie a "Pokemon Versione Nera e Versione Bianca". Insomma, nel caso del "Pokémon Challenge", quello di Google era sembrato alla maggior parte degli utenti uno strano annuncio, ovvero più uno scherzo che un vero e proprio gioco: e invece Google ha spiazzato tutti facendo una bella sorpresa ai vincitori.

Per i vincitori un certificato esclusivo di "Pokémon Master"

Chi è riuscito a trovare almeno 150 dei 151 Pokemon ha ricevuto una lettera di congratulazioni oltre che un certificato di "Pokémon Master" il quale contiene il nome del titolare nel formato di un piccolo biglietto di visita. Non si trattava, di certo, di un Nexus 5 come qualcuno aveva ipotizzato, forse viaggiando troppo con la fantasia. Per i veri appassionati, però, un simile riconoscimento, nominale, dunque inedito e personalizzato, non può che essere un bellissimo regalo, una grande soddisfazione, un biglietto da conservare e incorniciare. Qualche settimana fa, tra l'altro, tutti i vincitori avevano ricevuto un'email nella quale si chiedeva di inviare i propri dati per poter ottenere, nel giro di qualche settimana, direttamente a casa, il tanto ambito premio. Dunque, i meno maliziosi, chi ha avuto fiducia in Google e chi c'ha voluto provare ugualmente con la speranza che fosse stato tutto vero, ne è uscito vittorioso.

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