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Platinette ha detto no all’Isola dei famosi: “Lanciandomi dall’elicottero avrei causato uno tsunami”

Mauro Coruzzi – in arte Platinette – ha rilasciato un’intervista a Caterina Balivo nel corso del programma ‘Vieni da me’. L’artista ha parlato della sua infanzia, della carriera e ha svelato anche un retroscena inedito. Avrebbe ricevuto la proposta di partecipare all’Isola dei famosi, ma avrebbe declinato l’invito.
A cura di Daniela Seclì
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Mauro Coruzzi – in arte Platinette – ha rilasciato un'intervista a Caterina Balivo nel corso della puntata ‘Vieni da me‘ trasmessa venerdì 23 novembre. L'artista ha parlato della sua infanzia, della sua carriera e del suo amore per le donne che hanno tenuto alto il nome della musica italiana nel mondo: Mina, Patty Pravo e Rita Pavone. Inoltre, ha anche svelato di aver ricevuto la proposta di partecipare al reality l'Isola dei famosi, così come anni fa ricevette la stessa proposta anche dal ‘Grande Fratello Vip'. Caterina Balivo ha rimarcato il suo coraggio nel lanciarsi nella partecipazione di programmi diversi come ‘Ballando con le stelle' e ‘Tale e quale show'. Così, Platinette ha replicato:

"Io mi lancio perché non c'è nessuno sotto. Non lo uccido così. Volevano farmi fare quel programma dove vanno in Honduras, l'Isola dei famosi. Però ho detto ‘Come faccio a buttarmi io, creiamo uno tsunami nell'isola del posto'. E mi hanno detto: ‘Si è già buttata la Marini, quindi ti puoi buttare anche tu'".

La battuta su Valeria Marini

Platinette, irriverente come sempre, ha fatto una battuta su Valeria Marini: "Ha le Colonne d'Ercole al posto delle caviglie". Caterina Balivo ha rimproverato l'artista bonariamente: "Senti tra donne non ci si offende". E l'ospite ha concluso con un pizzico di ironia: "Ma io non sono una donna, sono una santa come diceva Rosanna Fratello".

Il rapporto con i genitori

Platinette ha anche parlato della sua infanzia. Tutto ciò che ha ottenuto lo ha guadagnato attraverso i propri sacrifici. Alle spalle, infatti, non aveva una famiglia benestante che potesse sostenere economicamente le sue ambizioni: “I miei erano molto poveri. Con mio padre non facevo nulla, per esempio non mi ha mai insegnato a giocare a pallone. Arrivava da una guerra mondiale: era stato internato nei campi di concentramento, tornò in Italia dalla Germania a piedi. Cercava di farsi sparare nelle mani per ritornare a casa. Se vedeva un film di guerra cambiava canale. Ci siamo abbracciati solo alla fine della sua vita”.

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