Pippo Baudo: “In tv ho fatto tutto, non accetto ospitate nostalgiche”
Pippo Baudo torna a parlare, a pochi mesi di distanza dalla fine della sua esperienza a Domenica In, dove era tornato per celebrare i trent'anni della trasmissione. Quest'anno sarà sostituito da Cristina Parodi (e sua sorella Benedetta), che prenderanno la guida del contenitore domenicale. Il conduttore ha immaginato il suo futuro in televisione, per il quale ha una sola certezza, quella di non voler essere travolto dall'effetto nostalgia.
Il futuro di Pippo Baudo in tv
Intervistato da Antonello Piroso su La verità, Baudo è ritornato ad affrontare un argomento sul quale era stato più volte interrogato negli anni durante i quali era parso la Rai lo avesse allontanato e messo in disparte dal piccolo schermo, ovvero il suo futuro in tv:
Io in tv ho fatto tutto e offrirmi qualcosa che non siano ospitate un po' nostalgiche è difficile. Andare in tv per farsi ricordare mi ha sempre immalinconito quando l'ho visto fare da altri, e quindi perché dovrei accettarlo io? Ma per discutere di progetti ci sono sempre.
Baudo approva Baglioni a Sanremo 2018
Prima della conferma del nome di Claudio Baglioni per la conduzione e direzione artistica del Festival di Sanremo, uno dei nomi papabili per il festival del 2018 era stato proprio quello di Baudo, di cui si era ventilato un clamoroso ritorno. Ipotesi presto rientrata, forse solo una voce di corridoio. Ma l'uomo con più Sanremo condotti all'attivo ha commentato positivamente la scelta di Claudio Baglio:
Non capisco i rilievi sul Baglioni cantante alla guida del Festival: Gianni Morandi l'ha condotto, e pure bene, o no? Fammi aggiungere che Claudio a Sanremo non è una novità perché Questo piccolo grande amore era stata eletta canzone del secolo in un mio programma, io gliela feci eseguire dal vivo a Sanremo nel 1985.
Come è cambiata la tv secondo Pippo Baudo
Il Pippo nazionale si è poi lanciato in una disamina sul contesto televisivo italiano attuale, che ha naturalmente descritto come del tutto rivoluzionato rispetto al passato: "L'Auditel e il suo panel andrebbero riformati perché l'ascolto non è più quello di una volta: il web, lo streaming, le tv locali, i canali digitali, Sky hanno modificato i costumi e le abitudini, e una rilevazione seria non può non tenere conto anche delle nuove modalità di consumo attraverso smartphone e tablet. Il bacino si è frammentato, ottenere il 20% di share tra quanti guardano la tv è un risultato clamoroso".