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Pietro Parisi, chef contadino contro il sistema: “Ho detto no alle stelle, sono più felice”

Non c’è solo l’attacco al ristorante di Belen e Bastianich nella puntata di Report che mette in discussione il mondo della cucina stellata. Emerge anche a livello nazionale la vicenda di Pietro Parisi, chef campano che ha rinunciato ai lustrini dedicandosi a una cucina solidale, semplice, coi prodotti della Terra dei Fuochi.
A cura di Andrea Parrella
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Non solo l'attacco al ristorante di Belén e Bastianich e alle cosiddette stelle dell'alta cucina, che hanno trovato grande spazio in televisione. L'inchiesta di Report di Bernardo Iovene che ha aperto la prima puntata della nuova era senza Milena Gabanelli, con la nuova conduzione di Sigfrido Ranucci, ha in realtà fatto luce su alcune contraddizioni che governano il mondo dei ristoranti stellati. Il rischio di non oggettività dei critici culinari, l'influenza di taluni marchi troppo "invadenti" rispetto alla libertà di utilizzo dei prodotti e l'apparente esistenza di un sistema di potere in cui o sei dentro o sei fuori, con la quasi impossibilità di ambire a una stella o un importante riconoscimento se non ne fai parte.

Questo è emerso tramite il racconto e le testimonianze dell'oste e cuoco Filippo La Mantia (il quale ha tentato di smontare l'esaltazione del personalismo tra gli chef stellati e questa beatificazione dei personaggi dell'alta cucina) e dello chef stellato napoletano Pietro Parisi. Non banale la storia di quest'ultimo, emerso agli onori delle cronache tempo fa per essersi opposto al pizzo. Parisi è uno dei nomi più in vista dell'alta cucina napoletana, ma da qualche tempo ha deciso di uscire sostanzialmente dal giro, scegliendo di non sottomettersi a talune regole che gli avrebbero garantito certamente maggior gloria tra gli stellati. Ha girato il mondo e poi è tornato in Italia e confessa a Iovene:

Quando io sono tornato in Italia la mia ambizione era quella di prendere una stella. Poi mi sono reso conto che quando mi bussavano alla porta e veniva un contadino e mi diceva: stamattina ho 20 casse di cavolfiore. Pietro aiutami perché se no me li faranno buttare

Parisi si riferisce al fatto che alcuni fornitori di prodotti importati riescono a persuadere gli chef ad acquistare i loro marchi perché in grado di aiutarli ad ottenere l'ambita stella Michelin o altri tipi di riconoscimenti. Lui, invece, che pure non ha rinunciato alle ospitate in tv, ha deciso di adottare una politica diversa e comprare i prodotti al mercato locale, ogni mattina: "È un sistema questo è il discorso. Se riesci a intrecciarti bene con il sistema allora sei quello che è sempre presente nei salotti gastronomici. È sempre presente nelle manifestazioni gastronomiche e vai bene, ma se non acquisti da quei cataloghi che fa?". E aggiunge: "se tu entri là dentro e conosci i giusti agganci i giusti giornalisti, alla fine arriverà il tuo sogno concreto, quella è la strada. Io penso che forse dovremmo un po’ resettare". Parisi ha rinunciato a competere coi grandi nomi, o almeno ha detto basta alla guerra per i titoli: "Ho rinunciato ma sono più felice di dare a loro. L’ambizione della stella poi a un certo punto mi è finita. Quella persona, quella". L'inquadratura si concentra su un pescatore anziano, piegato dalla fatica e Parisi dice al giornalista:

Secondo te quello quante stelle vale?

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