Piero Chiambretti: “Sentire dire alle persone che il Covid non esiste mi disgusta”
Piero Chiambretti è stato tra i primi testimoni del mondo dello spettacolo a vivere l'esperienza diretta del Covid, sia sulla sua pelle, avendo superato un lungo ricovero durante il lockdown, sia per il dolore di aver perso sua madre Felicita, morta proprio a causa del virus. “La situazione è grave – ha raccontato il conduttore nel programma ‘Giletti 102.5’ su Rtl 102.5 condotto da Massimo Giletti e Luigi Santarelli – io ho vissuto un dramma personale e ho visto con i miei occhi che cosa è il Covid in ospedale, ho visto morire una persona a me esageratamente cara in quattro, cinque giorni. Rimango sconvolto e disgustato quando sento dire da qualcuno che il Covid non esiste, che è una macchinazione internazionale per mettere in ginocchio l’economia del mondo”. Quindi il conduttore di Tiki Taka prosegue così:
“Innanzitutto sono sorpreso che tutti siano sorpresi perché quando a maggio la situazione si era un pochino normalizzata, i virologi, quelli veri e quelli presunti dicevano che ci sarebbe stata una ricaduta ad ottobre. Se il pronostico era così convincente bisognava attrezzarsi psicologicamente e da un punto di vista organizzativo, invece non mi sembra sia così e questa è l’unica vera grande pecca di questo governo, al di là del colore che interessa pochissimo. Io non voto da 10 anni quindi non ho una simpatia così attenta di chi parla”.
I negazionisti del Covid, le parole di Chiambretti
Non può non dedicare un passaggio agli echi negazionisti di cui spesso si è parlato nelle ultime settimane e di cui si continuerà certamente a parlare: “Il virus è democratico non guarda in faccia a nessuno, colpisce il presidente degli Stati Uniti, calciatori, uomini di grande potere, dobbiamo stare molto attenti, il miglior protocollo siamo noi: dobbiamo capire che finché dobbiamo combattere il virus, dobbiamo fare quello che ci dicono anche se ci dovessero dire di metterci la mascherina in casa, se dovesse essere utile a risolvere il problema, la dovremmo mettere. Finché esistono gli inventori degli aperitivi, delle tartine e delle serate nei giardini e nelle terrazze con 30/40 persone dove non c’è uno che porta la mascherina, sarà difficile che il Governo e il Comitato Tecnico Scientifico e Bill Gates risolvano il problema”.
Il ricordo di Chiambretti dei giorni del ricovero
Infine alcune parole sull'esperienza diretta vissuta in ospedale e i ricordi di quei giorni:
“In quei momenti in ospedale il telefono è l’unica cosa che ti tiene attaccato ad una realtà a te familiare e quindi nei momenti più difficili giravo dei video di come ero conciato, la maschera, le cicatrici, gli aghi nelle braccia. Quando ogni tanto vado a rivederli, intanto non mi riconosco e solo adesso mi rendo conto di quello che ho rischiato. Anche sulla morte di mia madre lì per lì io non ho vissuto un vero e proprio dolore, l’ho vissuto quando sono tornato a casa guarito. Se mettessi questi video in rete basterebbero per zittire molti di oggi”.