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Pierfrancesco Favino a diMartedì: “Per Craxi la politica era la lettura del mondo”

Pierfrancesco Favino è stato ospite del talk show di La7 condotto da Giovanni Floris. Il giornalista ha posto alcune domande all’attore inerenti al suo ruolo nel film di Gianni Amelio, Hammamet, nel quale interpreta Bettino Craxi, alle quali ha risposto: “Per Craxi la politica era la lettura del mondo, ma non mi basterebbero sei mesi di libri o di studio per conoscere a fondo la vicenda politica di quegli anni e non voglio sostituirmi a chi invece fa questo di mestiere con passione”.
A cura di Ilaria Costabile
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Ospite della puntata dello show condotto da Giovanni Floris su La7, diMartedì, Pierfrancesco Favino ha parlato del film Hammamet, diretto da Gianni Amelio, di cui è il protagonista. L'attore ha voluto parlare della figura di Bettino Craxi, senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria di cui è stato protagonista.

Le parole di Pierfrancesco Favino su Craxi

Il film di Gianni Amelio su uno dei leader politici più discussi del 900, Hammamet, è ormai nelle sale dal 9 gennaio e affronta uno dei momenti più delicati della storia italiana. Non è un biopic, né tanto meno un film che cerca di dare lustro a quegli anni così intricati. Ma è sicuramente una pellicola nella quale Pierfrancesco Favino ha dimostrato, ancora un volta, di essere uno degli attori più validi del panorama italiano. Intervistato da Giovanni Floris, non ha esitato a dire la sua in merito alla percezione che ha avuto della figura di Bettino Craxi interpretandolo:

Se c'è una cosa che ho scoperto nel privato come per lei il giornalismo, per me la recitazione per Craxi la politica era la lettura del mondo, come per un'intera generazione cresciuta nelle scuole di partito, la politica era lo strumento attraverso il quale capire come condividere, come le società potessero condividere una vita migliore o come si potesse leggere la realtà . Aveva obiettivamente passione per quello che stava facendo, al di là della vicenda giudiziaria. Mi creda non voglio togliere le castagne dal fuoco, però scelgo di parlare delle cose di cui posso parlare attraverso quello che faccio, non mi piace chi si mette a parlare di cose che non conosce a fondo. Non mi basterebbero sei mesi di libri o di studio per conoscere a fondo la vicenda politica di quegli anni e non voglio sostituirmi a chi invece fa questo di mestiere con passione.

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