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Perché Suor Cristina di The Voice ha fatto il giro del mondo

Prendi una donna di chiesa, siciliana, mettila in tv a cantare una canzone in inglese, per giunta di Alicia Keys e dopo chiediti se non sia ovvio che, nel bene e nel male, chiunque ne parli.
A cura di Andrea Parrella
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Non è colpa di Suor Cristina (e ci mancherebbe), se il web impazza per lei senza lasciar capire a chi prova di capire se si stia esultando per una persona che canta bene, per una suora che canta in tv, oppure se per una suora che canta bene in tv. Anzi, il merito di suor Cristina è proprio di aver abbracciato  in pochi secondi di esecuzione tutte e tre le suddette categorie: chi si è fatto impressionare dal dejavù di Sister Act (Whoopi Goldberg compresa), chi è rimasto impressionato dall'apparentemente assurda coincidenza di una donna di chiesa con movenze da popstar e chi, da credente, ha immediatamente fatto sfoggio di sentenze come "è la voce di Dio" e derivati.

Resta la sostanza di un fenomeno di massa che ha fatto il giro di due o tre continenti, finendo sulle prime pagine di tutti i giornali internazionali e che nella peggiore delle ipotesi porterà a The Voice un incremento notevole di ascolti (la migliore delle ipotesi è che l'inerzia dell'auditel cominci a raccontare dalla prossima settimana una storia diametralmente opposta a quella, piuttosto esile e inconsistente, che ha narrato sino alla scorsa settimana). Sappiamo che i format dei talent show, in generale, sono strutturati in modo da servire al web per essere propinati agli utenti in pillole e sono frequentissimi, forse troppi, gli esempi di personaggi diventati dei veri e propri fenomeni virali grazie ad una singola esibizione di pochi minuti (Susan Boyle è solo l'apripista di una lunga lista). La novità sta nel fatto che raramente fosse accaduto dalle nostre parti, in Italia, terra dalla lingua affascinante ma cacofonica, per lo meno rispetto ai canoni della dominante cultura occidentale. Inoltre paese poco propenso a farla da padrone in fatto di creazione televisiva.

Questa volta invece, al mix felliniano di una suora in televisione, si è aggiunto il fondamentale elemento che Suor Cristina non stesse cantando "Nel Blu dipinto di Blu" o "Con te partirò", pezzi che avrebbero assecondato l'immaginaria linea austera di una suora, bensì un pezzo recente, moderno, un refrain conosciuto in tutto il mondo, cantato da una suora siciliana in inglese, che le è valso il riconoscimento stesso dell'autrice Alicia Keys, via Twitter. In pratica una sequenza irresistibile di pugni nello stomaco alla morale comune del pubblico televisivo, tradizionalmente conservatore. In calce, in tutta franchezza, l'opinione personale è che l'esibizione di Suor Cristina non abbia davvero nulla di sorprendente, intonata come molte ma non più brava di molte, una voce nella media davanti alla quale è lecito sbarrare gli occhi solo se ha una croce appesa al collo (niente di personale, è solo una constatazione). E' per questo che la restante fetta di coloro che si sono interessati ed hanno dato vita al mare di condivisioni che ha fatto il giro del mondo, fosse probabilmente stimolato da un altro interrogativo, legittimo pure questo: che ci sarà mai di così sconvolgente in una cosa tanto normale?

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