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Perché la Rai affida la regia dei David ad un esterno?

La regia del premio cinematografico viene affidata ad un esterno, Giuseppe Sciacca. A dispetto della rivoluzione annunciata, l’azienda continua a fare scelte di base che paiono sintomo di una continuità con gli sprechi del passato.
A cura di Andrea Parrella
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Continuano le difficoltà di gestione interna alla Rai, specie per la nuova classe dirigenziale insediatasi l'anno scorso con il proposito di ridurre gli sprechi e dare un giro di vite all'utilizzo di risorse esterne a discapito di quelle interne, di cui l'azienda potrebbe/dovrebbe servirsi. E' proprio questo uno dei campi sui quali c'è maggiore discussione, una problematica che pare mettere in evidenza delle difficoltà oggettive, indipendenti dalla volontà di chi ne abbia gestione, manifestazione di quella metastasi insita in una delle più grandi aziende pubbliche del paese. Un nuovo caso monta in relazione alla regia dei David di Donatello, che si terranno a giugno ed andranno in onda in diretta. Ebbene, la regia dell'evento, previsto per il 14 giugno, è stata affidata a Giuseppe Sciacca, stimabilissimo professionista, già artefice di altre regie in Rai, e tuttavia regista non interno all'azienda.

Tutto questo a differenza di quanto accaduto per la scorsa edizione della manifestazione, invece affidata a persona interna alla Rai. La questione lascia di per sé aperta una domanda tautologica e sostanzialmente ovvia, relativa in parte anche alla polemica della settimana verificatasi in Rai tra Giovanni Minoli e la direzione, in relazione alla probabile sparizione de La Storia Siamo Noi dai palinsesti Rai. In una dichiarazione, infatti, Minoli ha contestato alla dirigenza un utilizzo poco chiaro delle risorse esterne all'azienda, sostanzialmente opaco e discrezionale: "Non si dica  che si privilegiano gli interni perché Vespa non è un interno, Angela non è un interno, è stato preso da fuori il direttore del Tg1, sono stati assunti cinque top manager esterni. A Donat Cattin, pensionato, è stato fatto perché lo ha chiesto Vespa. La Rai può fare quello che vuole". Ha tolto credibilità, dunque, all'ipotesi che la conclusione de La Storia Siamo Noi potesse essere attribuibile ad una giusta razionalizzazione delle risorse esterne.

E allora, tornando alla questione dei David di Donatello, diventa abbastanza plausibile il malumore dei registi della casa, che si chiedono perché il criterio del privilegio di risorse interne non sia stato rispettato anche in questa occasione. In relazione a Giuseppe Sciacca, del quale si ribadiscono le competenze professionali, si ricorda anche una conversazione telefonica presente negli archivi di Repubblica avvenuta tra Alessio Goria, dirigente Rai nel 2005, e Deborah Bergamini, che oltre a discutere di un probabile rimpasto di governo, si scambiano frasi come questa: "Ho Sciacca alle calcagna, ma non posso fargli un contratto, ho pregato Liofreddi di trovargli altre due cose per fargli un contratto come vuole lui". Questo di certo non incrimina Sciacca di nulla, ma si può dire che lasci passare l'idea di una certa continuità d'atteggiamento nel corso degli anni, l'idea che a dispetto della rivoluzione interna annunciata, in Rai i problemi atavici permangano e siano difficili da estirpare.

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