Per “C’è Benigni” il comico toscano ha intascato 160mila euro, 70mila euro per Adriano Celentano

Gli show monografici a basso costo di Rai2 fruttano agli artisti interessati cifre diverse, stando a quanto rivelato da AdnKronos. Trentamila euro per ricomprare 20 minuti di show di Beppe Grillo e circa 70mila euro per i diritti di "C'è Celentano". Sono i costi di "C'è Benigni", andato in onda ieri sera su Rai2 e visto da 1.304.000 spettatori per il 5.4% di share, a far sorprendere: 160mila euro per il comico toscano.

Perché C'è Benigni è costato di più

Perché tutta questa differenza tra i tre show? La spiegazione è molto semplice: per quanto concerne Beppe Grillo, la Rai deteneva la maggior parte dei diritti tranne quelli dal 2007 in poi. Per "C'è Celentano", la Rai deteneva solo una parte ma la società di Adriano Celentano, il Clan Celentano, avrebbe dato molto materiale inedito a titolo gratuito. Per quanto riguardo Roberto Benigni, la Rai ha dovuto ricomprare quasi tutto perché il regista ha comprato i diritti di tutti i suoi show Rai. Per questo, l'azienda di Viale Mazzini ha dovuto ricomprare circa 80 minuti, di cui 10 minuti tratti dai film, ed il costo al minuto per le pellicole è molto più alto di quello degli show teatrali e televisivi. In questi 160mila euro è compreso anche il pagamento di un pezzo di proprietà di Roberto Benigni andato in onda durante la puntata celebrativa per Adriano Celentano.

I dati degli ascolti tv

L'esperimento delle puntate monografiche di Rai2 è partito benissimo con Adriano Celentano, ma gli ascolti raggiunti in quella occasione non si sono più ripetuti. Sabato 5 gennaio 2019, "C'è Celentano" ha raggiunto 2.907.000 spettatori per il 14.4% di share. Un calo importante fatto registrare già nel successivo esperimento: "C'è Grillo", in onda il 28 gennaio 2019, rappresenta un flop televisivo del profeta pentastellato: 1.031.000 spettatori pari al 4.3%. È andata meglio ieri con Roberto Benigni, ma a che prezzo!