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Domenica Live 2020/2021

Patrizia De Blanck: “Il titolo della marchesa d’Aragona è inventato”, ma il genero dissente

Patrizia De Blanck sostiene che la marchesa Daniela del Secco d’Aragona non apparterrebbe realmente alla nobiltà: “Inventarono il titolo insieme a Marina Ripa di Meana”. Dissente il genero della concorrente del Grande Fratello Vip 2018: “Spetterebbe a quanti sostengono che non sia vero dimostrare che hanno ragione. L’annuario della nobiltà italiana non ha valore legale”.
A cura di Stefania Rocco
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La marchesa Daniela del Secco d’Aragona è o non è una marchesa? A Domenica Live si istituisce un talk dedicato proprio alle origini della concorrente del Grande Fratello Vip. A sostenere si tratti solo di un’abile manovra di marketing è stata Patrizia De Blanck che sostiene si sia trattato di un’invenzione realizzata insieme a Marina Ripa di Meana per aumentare il suo giro d’affari:

Mi ricordo che Marina me la presentò dicendomi che realizzava creme eccezionali. Qualche tempo dopo mi disse che se avesse avuto un titolo nobiliare il suo giro si sarebbe esteso. La marchesa non è colpevole di vendere creme ma di fingersi nobile e comportarsi come tale. Tra l’altro, i nobili non si comportano come lei.

La versione del figlio di Marina Ripa di Meana

A irrobustire la versione della De Blanck è stato Andrea Cardella, figlio adottivo di Marina Ripa di Meana: “La marchesa Daniela del Secco d’Aragona l’ho conosciuta negli anni 90. Lei è giornalista, presentò dei libri a Milano e in altre città. Ha una produzione di creme per le rughe, il viso e il corpo. Marina, quando la sua massaggiatrice aveva troppi impegni, si rivolgeva a Daniela per i massaggi. Abita in una casa a fontana di Trevi. Marina la portava con sé alle feste. Ha frequentato buoni salotti e ha conosciuto tutti. La chiamavano Daniela, non l’hanno mai chiamata marchesa. Da quando ha fatto Pechino Express ha cominciato a farsi chiamare marchesa. È molto intelligente e capace.  Anch’io sono un marchese acquisito e devo dire che la nobiltà non la vede di buon occhio”. Avvalora la sua tesi la De Blanck:

Lei ha questo marchio “Marchesa d’Aragona” con il quale vende le creme. Ma un marchio non indica lì appartenenza alla nobiltà. È bravissima a fare marketing. Non era nessuno e guarda dov’è arrivata.

Il genero la difende

A difenderla è stato il genero che ha chiesto di intervenire a Domenica Live pur senza sostenere un contraddittorio con gli ospiti del talk. L’uomo, marito dell’unica figlia della marchesa d’Aragona, ha raccontato che l’albo d’oro della nobiltà italiana non avrebbe alcun valore legale. Non si evincerebbe da quello, quindi, l’origine del titolo della donna:

State facendo la domanda sbagliata. Sono coloro che dicono che non lo è a dover dimostrare che non lo è. Ho letto su una rivista scandalistica che nell’annuario della nobiltà italiana non sarebbe presente il titolo di Daniela. Esistono due annuari: il primo durato 26 anni e il secondo, istituito dopo 95 anni, che non ha alcun valore legale. Si tratta di una fonte privata che contempla 50 mila famiglie nobili. Chi lo ha istituito sostiene di discendere da un semidio. Un altro dei personaggi riconosciuti come nobili è stato stabilito dalla cassazione che non lo fosse. Tutto qui.

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