Paolo Bonolis: “La tv è in crisi perché ci sono sempre gli stessi conduttori”
Paolo Bonolis è un personaggio gigantesco, diciamolo chiaro. Un conduttore che ha sbagliato poco (o nulla) nella sua carriera e che, quando lo ha fatto, è riuscito sempre a farlo sembrare una cosuccia da nulla perché, audience o no, piace terribilmente al pubblico a casa. Non c'è, nel panorama nazionale, un conduttore più generalista di lui: "Bim Bum Bam", "Urka!", "I cervelloni", "Bulli e pupe", "Non è la Rai", "Beato tra le donne", "Luna Park", "Domenica In", "Affari tuoi", "Ciao Darwin", "Il senso della vita", in mezzo a questi due edizioni del Festival di Sanremo ed il recente "Avanti un altro". Una carriera incredibile, un mix vincente fatto di innovazione e tradizione, con una grande predisposizione al gioco, al "divertissement", con quel cinismo a metà tra un Alberto Sordi ed un Totò. Stando ai rumors, la prossima sfida potrebbe essere quella di "Scherzi a Parte", in collaborazione con Davide Parenti de "Le Iene", per tentare di rimettere in sesto uno show vecchio ma con un potenziale tutto sommato, ancora inespresso.
Intervistato da Repubblica, il conduttore romano ha tirato le somme sulla televisione che sarà, sulla crisi dei talk show e sui suoi punti fondanti, sul modo di intendere un programma televisivo. Una tv che ha sempre lo stesso volto e non cambia forma, solo i conduttori che migrano di rete in rete:
Sono sempre le stesse persone ad azzuffarsi, come sfogliare per la centesima volta le foto del matrimonio. I conduttori si spostano da un trasmissione all'altra per fare quello che facevano nella precedente. Per questo hanno successo le fiction, almeno cambia la trama. I talk show sono in crisi? E per forza: la notizia è una e la spolpano tutti.
Sulle differenze tra il lavorare in Rai o in Mediaset, sulle presunte libertà e sul fatto che la rete in cui lavora è di proprietà di Berlusconi, Bonolis è chiaro:
Se Mediaset ha un ‘presunto padrone', la Rai ne ha diversi, non è più democratica perché una volta privilegia uno e la successiva un altro. Io non mi sono mai posto il problema, non sono proprietario di tutto quello che faccio. La libertà è un'illusione in ogni settore, è la capacità di accettare le libertà altrui. Le libertà delle aziende Rai e Mediaset non collimano con le tue, sono i limiti dettati dalla politica e dall'interesse.
Paolo Bonolis, creatore di contenuti sempre nuovi e mai scontati, tra progetti ambiziosi che vanno bene ed altri, purtroppo, abbandonati per "cause di forza maggiore":
Nessuno vuole investire, io ho la fortuna di fare un programma che piace al pubblico. Ci siamo inventati un format che è venduto in otto paesi. Io odio i quiz, perché che m'importa di vedere chi dà risposte esatte? A me diverte lo show. "Il senso della vita" era un programma forte, ma per la serconda serata ha un costo eccessivo, mentre in prima non porta i numeri di cui Mediaset ha bisogno.