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Paolo Beldì tagliato dalla Rai, dice addio alla tv

Lo storico regista di “Quelli che il calcio” fermato dai tagli della Rai, ma non ne fa un dramma: “Ho un sacco di tempo libero adesso, piuttosto che guardare la tv…”.
A cura di G.D.
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È uno degli autori e dei registi più importanti della televisione italiana, grazie a lui sono stati realizzati i tormentoni più interessanti degli anni '90/2000. Parliamo di Paolo Beldì, il regista fiorentino di "Quelli che il calcio", il primo, quello "made in Fabio Fazio", e ancora "Anima Mia", la regia di tre Festival di Sanremo, "Questo sono io", lo show Rai di Gigi D'Alessio. Adesso però Paolo Beldì ha deciso di lasciare la televisione, colpito anche lui dai tagli Rai. In una lunga intervista concessa al quotidiano Libero, racconta di non averne fatto un dramma.

Ho un sacco di tempo libero adesso, piuttosto che guardare la tv faccio altro.

Di recente, Paolo Beldì ha potuto raccogliere una ulteriore soddisfazione, quella di vedere il "Rock Economy" di Adriano Celentano, passare per la terza volta in tv con un record di ascolti. La regia, anche in quel caso, era cosa sua.

Celentano non si discute. È uno dei miei più grandi amici. Anche se ogni volta mi fa perdere due anni di vita. Proprio a Verona ricordo che eravamo entrati in una pausa pubblicitario. Torniamo in onda e per alcuni minuti mostro un tavolo vuoto. Tutti avranno pensato alla solita ‘pausa alla Celentano' Invece Adriano era proprio scomparso. Avevo i sudori freddi.

Resterà "Quelli che il calcio" la sua creatura preferita:

Il titolo lo dobbiamo a Enzo Jannacci e a Beppe Viola. Fabio Fazio ebbe l'idea di ricorrere a quella canzone ed Enzo ci fece anche la sigla su misura. Oltre che regista, io ero l'addetto al recupero di Jannacci all'ingresso della Rai. Bisognava prenderlo e guidarlo, altrimenti si sarebbe perso ogni volto. Poi io ero uno dei pochi, assieme a Paolo Rossi, a capire quando parlava. Sembrava un Vasco Rossi ante litteram.

"Quelli che il calcio" ha avuto il merito di sdoganare il calcio anche dal lato ironico, in un faccia a faccia continuo con i tifosi.

Ricordo quegli otto anni passati con Fabio come un liceo prolungato, una scuola in cui avevi voglia di andare ogni giorno per vedere gli amici.

Un liceo che si interrompe, fermato dai tagli della Rai.

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