Ornella Vanoni: “Prendo ancora gli antidepressivi, lo psichiatra mi definì bordeline”
Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, Ornella Vanoni racconta la sua vita. L’ex cantante della mala, diventata la regina della canzone italiana, non sfugge gli argomento scomodi. La sua è stata una vita vissuta sempre intensamente, al massimo, fatta di grandi passioni ed enormi dolori. Tre sono state le gravi depressioni affrontate fino a oggi, superate solo grazie all’aiuto di uno psichiatra che l’ha salvata e al quale Ornella si affida ancora oggi:
Tre depressioni sono state pesanti. Soffrivo d’ansia che mi impediva di dormire. Dopo due mesi di insonnia la depressione ti colpisce per forza. La prima volta ne sono uscita per miracolo, senza curarmi. La seconda volta dovetti rivolgermi a un esperto. Non provavo nulla, solo un senso di abbandono totale. È una malattia molto grave che viene molto sottovalutata perché non si vede. Viene sottovalutata soprattutto da chi ti sta intorno e così resti solo. Mi sono curata molto bene con uno psichiatra bravissimo. Dopo mesi, quando stavo meglio, andai da lui dicendogli che volevo chiuderla con gli psicofarmaci ma lui mi disse: “Non ci pensi neanche, lei è un soggetto borderline”. Chi ha sofferto di depressione, rischia di caderci. Non bisogna mai abbandonare le cure quando sei così fragile. L’unica cosa che può salvarti quando si ha questo problema sono gli antidepressivi che prendo ancora. La persona depressa è vuota, non riceve o manifesta sentimenti. Si crea una barriera. È una brutta malattia a cui bisogna stare molto attenti.
Gli amori: da Strehler a Gino Paoli
Sono tanti gli amori che la Vanoni ha vissuto lungo l’arco della sua vita. Il primo, quello con Giorgio Strehler, provò uno scandalo. Aveva 19 anni, contro i 32 di lui. Il maestro all’epoca era sposato e il divorzio non esisteva. Fu un dramma per i genitori di Ornella che mai avrebbero desiderato lei un amore di quel tipo: “È stato Strehler il primo a farmi sentire bella e intelligente. Ci innamorammo pazzamente. Era un uomo difficile ma un genio. Una collega in teatro mi diceva che il maestro mi fissava. Prendevo il tram 11 e lui, con la sua macchina, mi seguiva. Io ero timidissima e lui pure. Poi alla fine mi ha dichiarato il suo amore e ci siamo messi insieme. Fu uno scandalo: mia madre piangeva, mio padre non mi parlava ma io avevo scelto la mia strada”. Dopo di lui arrivò l’amore platonico con Ugo Pratt, il creatore di Corto Maltese: “Ugo Pratt era la persona più affascinante mai conosciuta, l’uomo che fugge, che vorresti e non raggiungi mai. Aveva una cultura e una fantasia estrema. Stare seduti davanti a lui era come stare davanti al mondo. Saremmo dovuti andare insieme a Malta, poi lui morì”. Infine, la lunga storia d’amore con Gino Paoli: “Con Paoli sono caduta come una pera cotta. Per incidere quella canzone ci abbiamo messo dei mesi. Piangevo sempre perché non mi veniva la canzone”.
Il ritorno a Sanremo dopo 18 anni
La Vanoni è tornata a Sanremo 2018 dopo 18 anni di assenza. È stata una scelta inaspettata, qualcosa che pensava non si sarebbe mai verificato, non il ritorno su quel palco nelle vesti di concorrente. A convincerla fu Claudio Baglioni e una canzone che, trasformata da Pacifico, riuscì a convincerla: “Pensavo fosse assurdo andare in gara ma Baglioni mi ha convinto. È arrivata questa canzone, c’era una frase di Bungaro (“Bisogna imparare ad amarsi in questa vita, bisogna imparare a lasciarsi quando è finita”, ndr) che mi piaceva ma il resto del testo non mi piaceva. Poi ho parlato con Pacifico e lui ha scritto parole che mi rappresentavano esattamente. Lui mi chiama la “movipenna”: io gli parlo, gli racconto la mia storia e lui scrive”.