Mario Orfeo su Massimo Giletti rincara la dose: “Solidarietà a Selvaggia Lucarelli”
Conclusosi l'evento di presentazione dei palinsesti prossima stagione autunnale 2018, l'abituale evento in cui la Rai incontra la stampa e i suoi inserzionisti per presentare nomi e volti dell'anno venturo, vengono fuori interessanti dettagli circa i rapporti tra Massimo Giletti e la sua vecchia azienda. Era inevitabile, in effetti, che qualcuno non ponesse al direttore generale Mario Orfeo la domanda più scottante possibile, quella sul possibile pentimento per aver lasciato andare il giornalista ed ex conduttore de "L'Arena" alla luce soprattutto dei deludenti risultati della "Domenica In" delle sorelle Parodi.
Mario Orfeo non si pente, anzi sostiene Selvaggia Lucarelli
Nessun pentimento per aver scelto di puntare su Fabio Fazio sulla prima serata della domenica di Rai1, spingendo Massimo Giletti tra le braccia di Urbano Cairo e la sua La7. Il direttore generale, anzi, sostiene anche quella che è a tutti gli effetti un volto di Rai1, ovvero Selvaggia Lucarelli. La giornalista del "Fatto Quotidiano" è stata oggetto di offese e attacchi in tv da parte di Fabrizio Corona, attacchi ai quali la Lucarelli non ha potuto sostenere contraddittorio.
Sulla domenica pomeriggio non ho pentimento, abbiamo portato un altro tipo di televisione e ne approfitto per esprimere solidarietà a Selvaggia Lucarelli che è una collega giornalista e anche un volto di Rai1, per quello che qualche domenica fa le è stato rivolto senza alcun contraddittorio.
Niente Rai per Giletti, non con Mario Orfeo direttore
Che Massimo Giletti resti dentro un "uomo Rai" è fuori discussione. Con "Non è L'Arena" ha dimostrato di essere riuscito a fare una trasmissione in grado di snocciolare temi che interessano il grande pubblico, garantendo ascolti mai così alti per il prime time della domenica di La7. Uno così non può non tornare in Rai per il futuro prossimo, ma dopo le dichiarazioni del direttore generale Mario Orfeo sembra proprio che per lui non ci sia spazio, non almeno fin quando l'assetto dirigenziale resta così com'è.