Napoli Sound, come sfruttare la sottocultura di Napoli dopo Il Boss delle Cerimonie
"Nancy Coppola e Luciano Caldore ce l'hanno già fatta e stanno per scegliere nuovi quattro talenti a cui dare l'opportunità della vita". È l'incipit di "Napoli Sound", il nuovo format di Real Time che, dopo "Il boss delle cerimonie", torna a pescare a piene mani nelle viscere più profonde della sottocultura cittadina, ponendo al centro quello che è un vero trend a parte all'ombra del Vesuvio: la musica neomelodica. In questo nuovo format, pronto a partire venerdì 18 novembre alle 22.40, Nancy Coppola e Luciano Caldore, una versione local di Arisa e Manuel Agnelli, dovranno trovare i nuovi talenti del genere musicale che, in un determinato contesto, spopola.
Semplificando, appare come un X-Factor neomelodico e sui social network è già montato il tam tam che mischia indignazione e curiosità, che attacca i soliti stereotipi e i luoghi comuni; lo stesso accadde per il lancio de "Il boss delle cerimonie", format che, dopo quattro edizioni, è diventato un programma cult nonostante le numerose contraddizioni espresse negli anni, tra queste la partecipazione di una famiglia di spacciatori nelle puntate di quest'ultima edizione. "Napoli Sound" non è ancora cominciato che già divide sui social, generando quel tipo di dibattito che – siamo certi – garantirà il successo della produzione a prescindere da qualsiasi giudizio di merito.
Quasi uno spin-off del Boss
A ben guardare, "Napoli Sound" sostituisce nel palinsesto "Il boss delle cerimonie" e, vista la presenza di Nancy Coppola, protagonista nelle vesti di cantante nella maggior parte dei matrimoni visti alla Sonrisa, questo format pronto a partire può essere considerato a tutti gli effetti una sorta di spin-off. Una coincidenza che non è poi così frutto del caso, ma di una strategia che sembra studiata apposta per sfruttare la scia del successo della quarta edizione del "Boss", tutto alimentato soprattutto dalla presenza attiva degli spettatori sui social network anche attraverso pagine non ufficiali che si occupano di fare una telecronaca dissacrante, un po' alla Gialappa's, su quanto succede in tempo reale. Su tutte, c'è "L'ignoranza del Boss delle Cerimonie" che già ha promesso di rendere lo stesso servizio ai fan che, in quattro edizioni, sono oggi quasi 200mila. "Napoli Sound" subentra proprio nel momento storico più concitato e difficile per il "Boss delle Cerimonie" Don Antonio Polese che, dopo il ricovero d'urgenza per uno scompenso cardiaco, è tornato in video per la prima volta poche settimane fa insieme al medico che gli ha salvato la vita.
Luciano Caldore: "Parliamo solo di musica, non di cose brutte"
Uno dei due protagonisti del reality, Luciano Caldore, ha preso la parola cercando di moderare la tempesta di commenti negativi che si è scatenata sulla pagina ufficiale del network, al momento dell'annuncio. Ci ha messo la faccia e il nome, è il caso di dirlo, ed ha chiesto tempo prima che ci si possa lasciar andare in giudizi affrettati.
Volevo rassicurare gli scettici, dicendo a loro che sarà un programma basato sulla musica e non sulle cose brutte di Napoli! Napoli non deve essere discriminata, ma rispettata per le emozioni che trasmette, attraverso la sua cultura e le diverse tradizioni.
Real Time: "Vi stupiremo anche stavolta"
Anche Real Time ha moderato l'incredibile mole di commenti negativi arrivata sulla pagina Facebook:
Grazie a tutti per i complimenti, i commenti, le osservazioni, le critiche. Sapete che a noi di Real Time piacciono le storie, le belle storie. In questi anni abbiamo cercato di raccontarvene il più possibile, e la passione con la quale ci seguite dimostra che abbiamo ragione. Abbiamo scelto storie leggere ed emozionanti, per far sorridere e per far riflettere, sognare e divertire. Abbiamo scelto storie, spesso, che vi hanno diviso. Con #NapoliSound racconteremo la realtà dei cantanti neomelodici, artisti apprezzati da migliaia di persone in tutta Italia e nel mondo. In questi anni vi abbiamo sempre stupito, siamo sicuri lo faremo anche questa volta!
E così, mentre una parte della città continua ad insorgere sulle tastiere gridando al trash, Real Time sembra l'unico ad aver capito come sfruttare le contraddizioni e le tante sfaccettature all'ombra del Vesuvio, in un sicuro successo. Continuare a negare l'esistenza di un sottoinsieme tanto ampio dal procedere per autopoiesi, rischia di farci finire tutti nel solito manicheismo che non ha mai portato a nulla e che, forse, inizia a puzzare troppo di déjà-vu.