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“My Bodyguard di Agon Channel è una bufala, ho ricevuto minacce di morte”

Agon Channel ancora una volta nella bufera. Alessio Lanzi, un concorrente del programma di Maddalena Corvaglia “My Bodyguard”, ha affermato che il reality sarebbe “una bufala” e che avrebbe subito minacce di morte da un allenatore che gli avrebbe detto: “Ti sparo in testa e ti taglio la gola”.
A cura di D.S.
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UPDATE 30/12/2014 ORE 18:30 – Agon Channel ha diramato un comunicato tramite il quale ha chiarito che tutti gli altri concorrenti del programma sono compatti nell'affermare che le accuse di Alessio Lanzi sono "una serie di falsità".

Nei giorni scorsi, Antonio Caprarica ha annunciato di aver lasciato Agon Channel parlando di redattori sfruttati, personale scarso e tg registrati nei container. In queste ore, arriva una nuova polemica. Uno dei programmi che del canale televisivo è "My Bodyguard", un reality condotto da Maddalena Corvaglia, che vede protagoniste le guardie del corpo. Un concorrente, Alessio Lanzi, ha affermato che il programma sarebbe "finto". L'uomo, intervistato da Libero, ha raccontato come tutto è iniziato:

"L'estate scorsa la produzione del programma, per conto di Agon Channel, viene nella palestra per cui lavoravo a Milano a fare dei provini. Decido di provare. Passa qualche settimana. A settembre torno dalle ferie e ricevo una telefonata per fare un secondo provino ad Assago. I primi di ottobre mi chiamano dicendo di avermi preso e di andare a Tirana per 3/4 mesi. La partenza era fissata per i primi di novembre. Penso: ‘Perché no?'. Andare in tv mi avrebbe dato visibilità".

Lanzi è approdato in Albania il 9 novembre. Anche lui ha confermato"la storia dei container" spiegata da Caprarica:

"Agon ha due capannoni in condivisione con la Agon albanese. Fuori si vedono i mobili coperti da cellophane: visto che hanno solo due studi, smontano e rimontano tutto 24 ore su 24".

Così, il programma a volte veniva registrato durante la notte:

"Un giorno una nostra puntata è stata registrata da mezzanotte alle 5 del mattino perché non hanno spazio".

Poi ha parlato del cibo che veniva offerto loro:

"Una sera abbiamo cenato in bus, al buio, facendoci luce coi telefonini. In mensa a pranzo c'è solo riso e fagioli. Tutti i giorni. E a cena solo spaghetti aglio e olio. E basta. Zero frutta e verdura, né carne. L'alimentazione è importante per chi fa un lavoro come il mio e il programma, poi, si basa sulla forma fisica. Abbiamo chiesto la bresaola al capo-cuoco, ma ha detto che era fuori budget, costava troppo".

Infine sono riusciti ad ottenere il petto di pollo per pranzo, mentre per la cena si autogestivano recandosi in un ristorante a loro spese. Secondo quanto sostiene, il contratto prevedeva otto ore di lavoro a 25 euro al giorno. Sarebbero stati previsti anche due, tre giorni di visita in Italia ogni due settimane. Ciò, però, non si sarebbe mai verificato:

"A causa di casini, disorganizzazione, orari folli".

Riguardo al programma, invece, ha detto:

"Il programma era un disastro. Con Jill Cooper abbiamo lavorato 50 minuti in totale, che alla fine sono diventate 4 puntate. Poi c'era un altro allenatore albanese. Con lui dovevamo esercitarci ogni giorno. Una bufala. Ci faceva correre sei minuti, qualche flessione, due addominali come non si facevano dagli anni '30. Ci ha mostrato come va eseguita la rianimazione su una persona mettendosi a cavalcioni sulla vittima. Assurdo!".

Ha raccontato, inoltre, che le cose non andavano meglio fuori dagli studi. L'uomo avrebbe condiviso l'appartamento con "un militare albanese che girava in casa con la pistola e un altro che si vantava di picchiare la sua fidanzata". Così il cast avrebbe richiesto un incontro con l'editore Francesco Bacchetti:

"Andiamo all'appuntamento, fissato negli studi, speranzosi di venire ascoltati. Ma era una bufala. Erano pronte le telecamere: volevano filmare la protesta. Il trash del trash".

Alessio Lanzi, allora, ha deciso di porre fine alla sua esperienza albanese. Prima di andare via, però, ha sporto denuncia per aver subito minacce di morte da un allenatore:

"Viene da me, mi intima di non parlare. Gli rispondo che parlo quando mi pare e piace. Davanti ai colleghi e agli autori, mi dice ‘Ti sparo in testa e ti taglio la gola'. Gli autori non dicono nulla. Lui torna da me e mi mette le mani addosso. Ivano, mio collega, ci separa. Siamo a mercoledì scorso. Sabato 20 dicembre vado all'ambasciata italiana, parlo con un carabiniere, vado alla polizia locale e sporgo denuncia per minacce".

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