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Morto Andrea Camilleri, Luca Zingaretti: “Ho sperato riaprissi gli occhi, mi mancherai maestro”

Andrea Camilleri è morto all’età di 93 anni. Lo scorso mese era stato ricoverato in gravi condizioni a seguito di un arresto cardiaco. In queste ore, sono tantissimi gli italiani che gli stanno rendendo omaggio. Alle voci di coloro che lo stimano e a cui mancherà, si aggiunge quella di Luca Zingaretti. L’attore interpreta da vent’anni il ruolo del Commissario Montalbano.
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A cura di Daniela Seclì
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Andrea Camilleri si è spento oggi, mercoledì 17 luglio. L'amatissimo scrittore aveva 93 anni. Lo scorso mese era stato ricoverato in gravi condizioni dopo un arresto cardiaco. Dalla sua penna è nato il personaggio del Commissario Montalbano, che sul piccolo schermo è interpretato da Luca Zingaretti. L'attore ha voluto ricordare Camilleri con un lungo post pubblicato sui social.

Zingaretti e l'addio al papà del Commissario Montalbano

Luca Zingaretti ha unito la sua voce a quella dei tanti italiani che in queste ore stanno commemorando e omaggiando Andrea Camilleri. La morte dello scrittore ha causato grande dispiacere a tutti coloro che lo stimavano e ne apprezzavano la cultura e le opere. Le parole di Luca Zingaretti sono state:

"E alla fine mi hai spiazzato ancora una volta e ci hai lasciato. Nonostante le notizie sempre più tragiche, ho sperato fino all’ultimo che aprissi gli occhi e ci apostrofassi con una delle tue frasi, tutte da ascoltare, tutte da conservare. E invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per me Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verità che ha raccontato tutti noi e il nostro paese. Mancherai. È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana. Le tue parole resteranno sempre con la stessa semplicità e con l'immensa generosità e saggezza con cui le hai condivise, da mente libera e superba quale sei. Ma soprattutto mancherai a me perché in tutti questi anni meravigliosi in cui ho incrociato la mia vita con quella del commissario, mi sei stato amico. Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita.  Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perché il tuo commissario è così che la pensa. A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi. Ho imparato che il valore delle persone non c’entra nulla con quello che guadagnano, con le posizioni che ricoprono, con i titoli che adornano il loro cognome: le persone si valutano per quello che sono. Adesso te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa. Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve!".

La lettera che Andrea Camilleri scrisse a Zingaretti

Lo scorso febbraio, la serie televisiva ‘Il Commissario Montalbano' ha celebrato vent'anni di messa in onda. Per l'occasione, Andrea Camilleri scrisse una lunga lettera a Luca Zingaretti, nella quale tracciava un bilancio dell'esperienza. Il testo della missiva venne letto dall'attore durante una puntata di ‘Che tempo che fa':

"Caro Luca, e chi l'avrebbe detto che avremmo festeggiato vent'anni insieme? Ricordo che un giorno mi telefonasti chiedendomi spiegazioni sul personaggio e il modo migliore per interpretarlo. Io ti risposi picche, dicendoti che eri così bravo che avresti saputo trovare da solo il modo migliore per rendere la figura del commissario e infatti, ci sei pienamente riuscito. […] Talvolta Montalbano è riuscito in qualche modo a fare giustizia. Altre, e forse sono le più numerose, si è dovuto arrendere davanti all'incapacità sua e della stessa Italia di poter dire la verità. Credo che in questo risieda il successo del nostro Montalbano, nell'essere davvero uomo, nell'essere quanto di più lontano da un eroe e quanto di più vicino al padre che tutti vorremmo".

Il desiderio di dare vita a nuove stagioni della serie

Nella lettera che Andrea Camilleri scrisse a Luca Zingaretti, lo scrittore parlava anche del suo desiderio di dare vita a nuove storie con protagonista il testardo e simpatico Salvo Montalbano. Svelò di avere nel cassetto diversi romanzi incentrati sul commissario: "Bando ai ricordi melensi, mi si chiede di fare un bilancio di questi primi vent'anni, perché sappi che ne seguiranno altri. Io ho diversi romanzi di Montalbano nel cassetto e credimi la mia prima reazione è un sorriso, entusiasmo". Lo scrittore, dunque, continuerà a vivere tramite i suoi personaggi, resterà un amico fedele degli italiani, tenendo loro compagnia con le sue appassionanti storie.

E alla fine mi hai spiazzato ancora una volta e ci hai lasciato. Nonostante le notizie sempre più tragiche, ho sperato fino all’ultimo che aprissi gli occhi e ci apostrofassi con una delle tue frasi, tutte da ascoltare, tutte da conservare. E invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per me Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verita' che ha raccontato tutti noi e il nostro paese. Mancherai. È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana. Le tue parole resteranno sempre con la stessa semplicità e con l'immensa generosità e saggezza con cui le hai condivise, da mente libera e superba quale sei. Ma soprattutto mancherai a me perché in tutti questi anni meravigliosi in cui ho incrociato la mia vita con quella del commissario, mi sei stato amico. Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita. Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perchè il tuo commissario è così che la pensa. A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi. Ho imparato che il valore delle persone non c’entra nulla con quello che guadagnano, con le posizioni che ricoprono, con i titoli che adornano il loro cognome: le persone si valutano per quello che sono. Adesso te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa. Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve! Tuo Luca

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