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Morgan: “Sono schiavo del sistema, la tv mi ha reso un pagliaccio”

Sono i toni di un artista che sembra arreso, quelli che Morgan adotta nel suo libro di cui Corriere della Sera pubblica alcuni stralci. Un cantautore illuso dalla possibilità di cambiare il sistema dall’interno e, a detta sua, fagocitato prima che potesse rendersene conto.
A cura di Andrea Parrella
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Che Morgan appaia in una quantità inversamente proporzionale alla sua intenzione di farlo, sembra essere la prima certezza che questa stagione televisiva, magra per contenuti, ci abbia regalato. Con le sue premesse, i suoi addii e ripensamenti, i diti medi e le liti in tv, ha fatto chiaramente intuire nelle ultime settimane, di non averne più, di voglia, per restare in un contesto nel quale fino a qualche tempo fa aveva creduto di poter fare qualcosa, di poterlo commutare in contenuto, da una semplice forma. Il Corriere della sera pubblica alcuni scritti di Morgan contenuti nel suo libro Marco Castoldi – Io, l’amore, la musica, gli stronzi e Dio, in uscita in questi giorni. Il cantautore (e showman, non si può non dirlo) ammette di essersi illuso, in un certo senso di aver fallito in questo tentativo, ma al contempo enumera dei dati che non rendono del tutto impraticabile l'idea che nel mondo televisivo Morgan possa restarci:

Nonostante la mia strafottenza nei confronti di chi è più forte di me. Nonostante tutto, la televisione è riuscita a normalizzarmi. Ogni anno dico sempre che sarà l’ultimo e invece, puntualmente, ci sono dei nuovi motivi, sempre diversi, per cui sono costretto a farlo. Ormai sono nel meccanismo, che non è solo economico, è tutto un sistema di interessi convergenti che orbitano intorno alla mia persona, e io non sono abbastanza forte da svincolarmene. E sono completamente schiavo.

C'è stato un tempo in cui ha creduto, in buona fede, di poter portare la buona musica in un contesto popolare (invero, per un certo periodo ci ha creduto anche chi ha guardato X Factor), prima di comprendere quell'atavica legge secondo la quale il sistema ti accoglie per poi fagocitarti o plasmarti a proprio piacimento. Morgan ha ammesso, negli ultimi mesi, di provare vergogna per ciò che fa, cosa d'altronde confermata anche nell'intervista al Corsera: "Faccio la puntata, poi mi chiudo in casa per tre giorni e spengo il telefono. Al quarto giorno c’è sempre qualcuno che mi chiede dov’ero scomparso. ‘Mi sono vergognato', rispondo. Ed è la verità. Grazie alla televisione la vergogna è diventata una delle mie attività principali. Perché alla fine non c’è troppo da girarci intorno: la televisione ha reso un pagliaccio anche me". 

Parole chiare, che accerterebbero ancor di più quell'addio al programma oramai palese, almeno nelle volontà. Eppure, se è vero quanto Castoldi dice, l'anno prossimo potrebbe subentrare un nuovo motivo per cui ad X Factor non possa rinunciare. Il dramma di chi vorrebbe dire addio e sa già che non lo farà.

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