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30 Novembre 2019
22:15

Mogol spiega Lucio Battisti e I giardini di marzo: “I fiori del vestito di mamma non appassivano”

Nel corso dell’ultima puntata di “Una storia da cantare”, dedicata al genio e al talento di Lucio Battisti, le “emozioni” non sono di certo mancate. Mogol, ospite d’onore in studio, ha raccontato come ha incontrato Lucio Battisti e ha spiegato il significato di una delle sue canzoni più famose, “I giardini di marzo”.
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Grande emozione nella serata del 30 novembre 2019 per "Una storia da cantare", il programma di Rai1 condotto da Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero. Nel corso dell'ultima puntata, dedicata al genio e al talento di Lucio Battisti, le "emozioni" non sono di certo mancate. La puntata finale è partita infatti con il botto. C'è stato anche Mogol in studio. Dopo "E penso a te" realizzata da Morgan, ha aperto ufficialmente la trasmissione. Poco prima di lasciare spazio al sentito omaggio di Enrico Ruggeri, l'autore ha raccontato come ha scritto "I giardini di marzo". Poi, nel corso della serata, ha rivelato tantissimi aneddoti del sodalizio con Lucio Battisti.

Mogol spiega I giardini di marzo

Mogol ha spiegato il significato de I Giardini di Marzo, rivelando il quadro della prima scena: "Mi ricordavo il punto in cui quel carretto passava, si era vicini alla fine del mese e non avevamo i soldi per comprarlo". Il pensiero a sua madre: "Mi stupivo del suo abito, il più bello che avesse, quello con i fiori. Mi stupivo che i fiori non appassissero perché li aveva portati così tante volte". Il brano ha l'incipit probabilmente più famoso e cantato della storia della musica italiana.

Mogol e il rapporto con Lucio Battisti

La serata è andata avanti e c'è stata l'occasione per ripercorrere anche il primo incontro con Lucio Battisti: "Ci ha fatto conoscere un giornalista francese. Diventammo amici, lui era un ragazzo interessante, mi disse. Sentite due canzoni, gli dissi la verità, che le canzoni non mi piacevano". A questo punto racconta ancora Mogol, Battisti gli fece un cenno d'assenso: "Mi sorrise e disse che era d'accordo con me". Da quel momento, inizia una sintonia tra Mogol e Lucio Battisti che ha portato a una serie di successi, tra tutti "29 settembre", la prima vera gemma scritta da Mogol per lui.

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