Minzolini del Tg1 si difende dopo il rinvio a giudizio per peculato
Il Tg1 di Augusto Minzolini è nel caos infatti è da poco giunta la notizia del suo rinvio a giudizio per peculato. L’origine del procedimento a suo carico sta nel fatto che il direttore del telegiornale di Rai 1 ha pagato con la carta di credito aziendale alcune sue spese personali. La decisione è stata presa dal gup Francesco Patrone che ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Alberto Caperna. Ma i tempi della giustizia italiana sono lunghi e quindi Minzolini potrà provare a discolparsi nella prima udienza che si terrà soltanto l’8 marzo 2012 al Tribunale di Roma.
In realtà il problema è emerso perché la lista della nota-spesa di Minzolini aveva una somma non proprio esigua, infatti ammontava a 64 mila euro di soldi pubblici, indebitamente spesi per uso personale per ristoranti e alberghi. Ma sarà il processo a verificare se ci sia stato un reato oppure no. Ma siccome Paolo Garimberti qualche giorno fa aveva dichiarato:
Nel caso arrivasse un rinvio a giudizio nei confronti di Augusto Minzolini, che non mi auguro per l’immagine dell’Azienda, sono pronto a convocare un Cda straordinario.
A questo punto cosa succederà? Ci saranno le dimissioni di Minzolini? Il direttore finora è stato ampiamente criticato sia per i suoi editoriali apertamente schierati a favore del centro destra ma anche per il calo di ascolti dovuto alla perdita di popolarità del Tg1 accusato anche di censurare alcune voci in contrasto con la politica dell’ex premier Berlusconi.
La difesa di Minzolini tramite Repubblica
Minzolini, attraverso Repubblica, ha voluto commentare la notizia del rinvio a giudizio a suo carico:
Volevano farmi saltare dalla direzione del Tg1 già quando c’era il voto di fiducia al Senato il 14 dicembre 2010. Quello che non sopporto di questa vicenda è che vengono utilizzati strumenti del genere per raggiungere l’obiettivo. Questo vi dà l’idea della società di trogloditi in cui viviamo. Mauro Masi (ex dg della Rai) in questa vicenda è stato un pusillanime, uno leggero perché per due anni l’azienda non mi ha contestato nulla. Sono indignato per le cose che sono state dette durante questa udienza preliminare. Qui a Roma il 95% dei casi va a giudizio quindi sono tranquillo ma indignato. Avevo questa cosa che prima doveva essere un benefit e poi non lo è stato più, poi nessuno si è più fatto sentire. In tutta questa vicenda l’unico problema è che non ho messo i nomi delle persone con cui sono andato a pranzo. Oggi mi viene richiesto qualcosa che prima non è mai stato chiesto ai miei predecessori.
Come proseguirà questa vicenda che lega la tv, la politica e la legge? Sembra quasi la trama di un film.