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Mingo e la moglie a processo per truffa contro Striscia la Notizia

L’ex inviato di Striscia Domenico De Pasquale e la moglie Corinna Martino sono stati rinviati a giudizio per truffe pari a 170mila euro contro Mediaset, in merito a servizi realizzati per il tg satirico e ritenuti falsati.
A cura di Valeria Morini
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Il celebre caso dei servizi falsati a Striscia la Notizia, risalente al 2015, finisce a processo. L'ex inviato del tg satirico di Antonio Ricci Mingo, nome d'arte di Domenico De Pasquale, è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Bari Annachiara Mastrorilli, insieme alla moglie Corinna Martino, per i reati di truffa, simulazione di reato, falso, calunnia e diffamazione. Con la complicità della compagna (amministratore unico della Mec Produzioni Srl di cui Mingo era socio), De Pasquale avrebbe truffato Striscia la Notizia per una cifra pari a oltre 170mila euro, facendosi retribuire per dieci servizi, in realtà relativi a fatti inventati. Mediaset si è costituita parte civile nel procedimento.

Già prosciolta una terza imputata, la data del processo

Al termine dell'udienza preliminare la giudice ha prosciolto un'altra accusata, ritenuta la segretaria della società Mec, che era accusata di favoreggiamento. Il processo nei confronti di Mingo e della De Martino avrà inizio il 3 aprile 2018 davanti al tribunale monocratico di Bari. "Siamo certi che le ipotesi accusatorie saranno smentite nel corso del dibattimento", è il commento dei due imputati affidato a una nota firmata dal loro avvocato Francesco Maria Colonna Venisti.

Le truffe contestata

Delle due truffe attribuite a Mingo contro il programma, di cui il collega Fabio De Nunzio sarebbe stato totalmente all'oscuro tanto da non essere minimamente coinvolto nel processo, la prima sarebbe relativa al periodo compreso fra dicembre 2012 e dicembre 2013 e quantificata in oltre 21mila euro, per i dieci servizi ritenuti "artefatti, simulando fatti, personaggi, circostanze e condizioni, frutto della fantasia degli indagati e precostituiti". I filmati incriminati mostravano un sedicente intermediario bancario intento a finanziare prestiti irregolari dietro compenso, un dipendente della Motorizzazione civile che prometteva il recupero dei punti della patente senza sostenere esami in cambio di soldi, un falso avvocato, un falso agente interinale, una presunta guaritrice (al centro di due servizi), due falsi assicuratori, un falso medico e un falso manager aziendale che assumeva giovani lavoratori in cambio di prestazioni sessuali. In realtà, secondo le accuse sarebbero stati tutti attori chiamati a simulare i fatti e persino percosse in danno di Mingo e della troupe. La seconda truffa risulterebbe invece ammontare alla enorme cifra di 151mila euro ed è contestata alla sola Martino, in riferimento a presunte false prestazioni lavorative di figuranti/attori rimborsate da Mediaset.

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