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Mingo accusato di truffa a Mediaset da 170mila euro: “Servizi falsi all’insaputa di Fabio”

La Procura di Bari contesta all’ex inviato di Striscia la Notizia due truffe ai danni di Mediaset, per servizi falsati e collaboratori pagati dallo show di Ricci come figuranti, oltre a reati di simulazione di reato, falso, calunnia e diffamazione. Accusate anche la moglie e la segretaria di Mingo, mentre Fabio sarebbe stato all’oscuro della vicenda.
A cura di Valeria Morini
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Ancora bufera su Mingo, ex inviato di Striscia la Notizia. Dopo il licenziamento dal tg satirico per presunti servizi falsati insieme all'allora collega Fabio, ora viene accusato di truffa nei confronti di Mediaset. Secondo l'Ansa, l'azienda televisiva sarebbe stata defraudata da Domenico De Pasquale (questo il suo vero nome) per ben 170mila euro, stavolta all'insaputa del collega Fabio e con la supposta complicità di sua moglie. La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di De Pasquale, Corinna Martino (amministratore unico della Mec Produzioni Srl di cui il marito Mingo era socio) e della segretaria della Mec, accusata di favoreggiamento personale per aver mentito agli investigatori che indagavano sui falsi servizi trasmessi dal Tg satirico.

La prima truffa: dieci servizi "falsati"

Mingo e Fabio abbiano parlato recentemente di indagini falsate, dopo il clamoroso licenziamento da "Striscia". La situazione di De Pasquale, però, appare tutt'altro che rosea. Lui e la moglie risulterebbero dunque accusati a vario titolo di due truffe, simulazione di reato, falso, calunnia (ai danni di un autore di ‘Striscia la notizia') e diffamazione ai danni degli autori dello show (in quanto indicati in comunicati stampa e sui social come corresponsabili ed ideatori dei servizi falsi). La prima delle truffe sarebbe relativa al periodo compreso fra dicembre 2012 e dicembre 2013 e quantificata in oltre 21mila euro: tali sarebbero le spese pagate da Mediaset alla Mec per i dieci servizi che, secondo il pm Isabella Ginefra, sarebbero "risultati artefatti, simulando fatti, personaggi, circostanze e condizioni, frutto della fantasia degli indagati e precostituiti all'insaputa dell'inviato Fabio De Nunzio".

Tra i servizi ritenuti falsi, quelli di un sedicente intermediario bancario intento a finanziare prestiti irregolari dietro compenso di denaro, e del dipendente della Motorizzazione civile che prometteva il recupero dei punti della patente senza sostenere esami in cambio di soldi. E ancora: un falso avvocato, un falso agente interinale, due servizi su una sedicente guaritrice, due falsi assicuratori, un falso medico, un falso manager aziendale che assumeva giovani lavoratori in cambio di prestazioni sessuali. Secondo la Procura, si sarebbe trattato in tutti i casi di attori incaricati di simulare i fatti e persino percosse in danno di Mingo e della troupe.

La seconda truffa: 151mila euro per false prestazioni lavorative

La seconda truffa risulterebbe invece ammontare a 151mila euro, contestata alla sola Martino in riferimento a presunte false prestazioni lavorative di figuranti/attori rimborsate da Mediaset: il cameraman, l'autista personale di Mingo, un giornalista-informatore e la segretaria della Mec sarebbero risultati attori dei servizi mandati di onda e pertanto pagati dalla trasmissione di Antonio Ricci.

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