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Mingo: “Condannato per tre servizi di Striscia La Notizia ma assolto per altri sette”

Ai microfoni di Fanpage.it Domenico De Pasquale, in arte Mingo, ha commentato la sentenza del Tribunale di Bari dopo le indagini sui presunti servizi falsi realizzati per Striscia la Notizia. L’ex inviato ha chiarito di essere stato condannato per tre servizi per i quali conta di fare chiarezza in appello, ma per quanto riguarda gli altri sette servizi, per alcuni è stata dichiarata la prescrizione e per altri è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. De Pasquale ha assicurato: “È una vittoria. Sono sereno”.
A cura di Daniela Seclì
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In queste ore, si è appreso della condanna di Domenico De Pasquale, in arte Mingo, a un anno e due mesi di reclusione per truffa, falso e diffamazione, nell'ambito delle indagini sui presunti servizi falsi realizzati per Striscia la Notizia. L'ex inviato del tg satirico, contattato da Fanpage.it, ha voluto fare delle importanti precisazioni. L'attore ha spiegato di essere stato condannato per tre servizi per i quali conta di fare chiarezza in appello, ma per quanto riguarda gli altri sette servizi, per alcuni è stata dichiarata la prescrizione e per altri è stato assolto "perché il fatto non sussiste". De Pasquale ha assicurato: "Sono sereno".

La sentenza del Tribunale di Bari parla di una condanna per truffa per tre dei servizi trasmessi da Striscia la Notizia, ma è stato anche assolto per altri servizi.

Noi siamo sereni perché ci sono state delle assoluzioni. È un ottimo risultato. Vorrei fare delle precisazioni circa il dispositivo emesso dal Tribunale di Bari. Su dieci servizi che mi hanno contestato essere non veritieri, solo per tre sono stato condannato. Per gli altri sette è stata esclusa la condanna a vario titolo. E, infatti, come ho sostenuto io fin dall'inizio dell'indagine, tutti i servizi erano veri. Lo abbiamo dimostrato e infatti siamo stati assolti. Questa è una vittoria.

E cosa mi dice, invece, dei tre servizi per i quali è stato condannato?

Per quelli non è stata ritenuta abbastanza la prova che io ho dato. Abbiamo portato le segnalazioni per dimostrare che i servizi sono veri. Ma siccome alcuni sono datati, non è sempre facile trovare la segnalazione. Evidentemente non è bastata al giudice la prova che abbiamo prodotto per quei tre, ma ci sarà tempo per rimediare anche a quello. Quindi sono tranquillo. La cosa più bella è che mia moglie (Corinna Martino, ndr) sia stata assolta. Sono contento.

Ma come nascevano quei servizi? Si è parlato dell'impiego di attori per realizzarli.

Preciso che io ho un contratto come attore televisivo. Si sa che Striscia la Notizia è un varietà, un programma comico. Io non sono tenuto eticamente a fare le cose come un giornalista, ma al di là di questo ho dimostrato con l'assoluzione che i servizi sono veri. Le spiego. Dietro ogni servizio, c'è una segnalazione, che arrivava a Striscia o a noi. Quando si confezionava il servizio, a volte l'epilogo poteva essere scenico. Si faceva una ricostruzione, né più né meno. Era la ricostruzione con attori di una segnalazione reale.

Quindi sostiene che non fossero casi inventati di sana pianta?

No, no, non lo erano assolutamente.

Quale sarà il prossimo passo?

L'appello per quei tre servizi e sono tranquillissimo.

Tutta questa vicenda ha avuto delle ripercussioni sulla sua vita lavorativa?

In realtà, dopo ho fatto i lavori più importanti della mia vita, di grande qualità, poco nazional popolari ma più importanti: lo spot sull'autismo, vari film e sto lavorando a un grande progetto. Finora ho lavorato con il dolore. Ora che sono più sereno ci lavorerò meglio.

Pensa che recupererà il rapporto con Fabio De Nunzio?

Quella è una questione personale, due amici di scuola che litigano un giorno sì e uno no. È una cosa che non c'entra niente con il processo, ma nulla. Con Fabio non ho proprio niente.

La replica di Striscia La Notizia all'intervista di Fanpage.it

“La sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Bari ha dichiarato Mingo colpevole del reato di truffa ai danni del Gruppo Mediaset, per avere realizzato, in concorso con la moglie, servizi falsi all’insaputa del telegiornale satirico di Canale 5 ed ha irrogato ad entrambi la pena della reclusione di un anno e due mesi. Per questo motivo risulta incomprensibile – e certamente singolare – la “serenità” ostentata dal condannato nell’intervista resa alla Vs. testata, ciò anche in ragione dell’elevato risarcimento cui già a titolo di provvisionale l’imputato dovrà far fronte nell’immediato.

Nel vano tentativo di difendersi, Mingo ha incredibilmente sostenuto di avere agito sempre su indicazione di Striscia la notizia: il processo ha ovviamente accertato che non fu affatto così, tanto che – per quelle dichiarazioni – Mingo è stato condannato anche per il reato di diffamazione aggravata ai danni degli autori di “Striscia la notizia” e di Antonio Ricci.

Inoltre, solo a causa della prescrizione e ritenendo Mingo comunque responsabile, il Tribunale ha dichiarato non doversi procedere per molti dei delitti che gli venivano ascritti (risalenti all’ormai remoto 2013).

Infine, per alcuni reati, non essendo stata raggiunta la piena prova – come si evince chiaramente dal dispositivo della sentenza – è stata pronunciata assoluzione con la formula dubitativa.

In attesa dunque di leggere le motivazioni del Tribunale che chiariranno definitivamente che nessuna serenità può essere credibilmente ostentata da un condannato in una situazione così grave, confidiamo che non verrà dato ulteriore spazio a rivendicazioni pretestuose e vanterie strumentali che distorcono la realtà storica e processuale, recando ulteriore torto a Striscia la notizia”.

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