video suggerito
video suggerito

Michaela DePrince commuove Amici: “Non sono la figlia del diavolo, sono speciale”

La ballerina Michaela DePrince ha commosso il pubblico di Amici con la sua storia. È riuscita a realizzare il sogno di diventare una ballerina nonostante l’orrore della guerra, il colore della sua pelle e gli insulti ricevuti a causa della vitiligine. Oggi vorrebbe aprire una scuola di ballo gratuita in Sierra Leone. Tornerà nella sua terra non appena le ferite si saranno rimarginate.
A cura di Daniela Seclì
64 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

Ieri sera, è andata in onda la semifinale di "Amici". Una gara ricca di emozioni, che ha visto andare in finale Stash e i The Kolors, Virginia Tomarchio, Mattia Briga e Klaudia Pepa. Uno dei momenti più toccanti della serata, però, è stato quello riservato a Roberto Saviano. Il giornalista e scrittore ha raccontato la storia di Michaela DePrince, giovane donna nativa della Sierra Leone che è riuscita a realizzare il suo sogno di diventare una ballerina. Tanti fattori giocavano contro di lei: il dramma della guerra, la vitiligine che la portava a dover subire gli insulti di chi la definiva "la figlia del diavolo", il colore della sua pelle che aveva portato tante porte a chiudersi. Vigeva, infatti, la convinzione che una ragazza di colore non potesse fare la ballerina perché le sue forme non gliel'avrebbero consentito. Oggi è una danzatrice professionista del Dutch National Ballet.

Il suo ingresso in studio, nel corso della semifinale di "Amici", ha commosso il pubblico, i professori e la stessa presentatrice. Maria De Filippi, infatti, ha voluto regalarle una collanina d'oro. La ballerina ha dato forza agli allievi del talent, ma anche ai tanti giovani che seguono il programma e hanno un sogno nel cassetto. Li ha incitati a lottare e a comprendere che nessun ostacolo è mai così alto da non poter essere superato con l'impegno e la caparbietà. In un'intervista rilasciata nei mesi scorsi al The Guardian, Michaela ha spiegato che purtroppo, nel mondo della danza, persistono i pregiudizi nei confronti delle persone di colore:

"Io spero che un giorno non ci siano più pregiudizi ma per il momento non è così. C'è un ballerino – Precious Adams – che era alla Bolshoi Ballet Academy di Mosca. Lo insultavano e gli dicevano di lavare la pelle con la candeggina. Ora è all'English National Ballet e le cose stanno andando molto meglio. Spesso, però, ti guardi intorno e ti rendi conto che non ci sono ballerini neri. Quando ero una ragazzina, ho sentito uno dei miei direttori dire che non si sforzavano troppo con le ragazze nere perché tanto poi finivano con l'ingrassare. Vorrei che le persone che lavorano nel mondo della danza capissero che anche i bianchi non sanno come cambierà il loro corpo con la crescita".

Michaela DePrince ha scritto la sua biografia. Nel libro ha spiegato di non sentirsi ancora pronta a tornare in Sierra Leone:

"Ci sono alcune ferite che devono ancora rimarginarsi, prima che vada. Voglio essere sicura di essere pronta ad affrontare tutto ciò da cui sono stata sempre terrorizzata e di non avere incubi, poi, per il resto della mia vita. Quando mi ritirerò dal mondo della danza vorrei aprire una scuola di ballo gratuita in Sierra Leone, magari usando il denaro guadagnato dalla vendita del mio libro. La danza mi ha aiutato ad esprimere le mie emozioni, mi ha fatto sentire speciale e non "la figlia del diavolo". I bambini in Sierra Leone non hanno le mie stesse opportunità e io vorrei dargliele".

64 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views