Mediaset veste Premium, o meglio investe sulla pay-tv
Se i palinsesti delle reti generaliste non saranno altro che materia di ipotesi varie fino ad inizio settembre, a guardarli si può avere una percezione approssimativa dell'atteggiamento di una rete piuttosto che un'altra. Materia di grosso interesse sono i progetti di Mediaset per il prossimo anno. A Cologno Monzese lamentano tempi di crisi, a influire sarà forse stata la diatriba giudiziaria perduta con Carlo De Benedetti, editore del gruppo Espresso, ed anche che il padre di famiglia non sia più capo del governo. Molti fattori inducono a perplessità, a credere che ci sia intenzione di "pilotare" questa crisi.
Tagli del personale – E' notizia degli ultimi giorni l'esternalizzazione di circa 74 dipendenti sparsi su tutto il territorio, tecnici della controllata Videotime, che saranno diretti ad una newco con poca attinenza in fatto di riprese televisive: si occuperà infatti di gestione e amministrazione di unità immobiliari di proprietà e di terzi adibite a qualsiasi destinazione d’uso. I dipendenti sono chiaramente in protesta, visto che pare l'anteprima di licenziamenti. A parte che fa strano vedere Mediaset in austerità, è indubbio che quelli che appaiono semi-licenziamenti (esternalizzare ne è spesso l'origine) sono spia di un certo orientamento aziendale, di sicuro poco votato al dinamismo e alla ricerca di novità.
Palinsesti copia-incolla per i canali generalisti – I palinsesti Mediaset confermano questa ipotesi, visto che a dare una rapida occhiata a ciò che ci verrà servito sul piatto a partire dal prossimo autunno non è certamente un programma che si possa definire "innovativo". Tutta la programmazione di base, a partire dal mattino, resterà pressoché invariata per tutte e tre le reti: medesimi protagonisti, identiche impostazioni. E nemmeno per quel che riguarderà i format e le fiction si assisterà a grandi rivoluzioni. Canale5, ad esempio, punterà pesantemente su Amici, al via a novembre, Uomini e donne nel primo pomeriggio, giochi già visti con Bonolis nel preserale e, infine, un programma di fiction in prima visione che si rifà, tuttavia, a serie successive di cose già viste: prendi I Cesaroni, L'onore e il rispetto, Ris Roma e compagnia.
Le iene saranno ancora, per l'ennesima volta, punto di riferimento della programmazione di Italia1 e qualche novità, ci si sforza a chiamarla così, la si può intravvedere con Teo Mammuccari che ritorna sugli schermi dopo un po' di sana latitanza (anche se presenterà Lo show dei record, non proprio roba fresca), Alessia Marcuzzi e Gerry Scotti con due nuovi show e l'evento di Celentano live all'arena di Verona. Un accenno di rimpasto si vede solo per lo sport, con la dipartita di Guida al campionato e Controcampo a favore di altri format simili ma dai nomi diversi e il ritorno in esclusiva della Champions.
Mediaset Premium interessa di più? – Discorso differente per il versante "Pay" della rete, nei confronti del quale continua una massiccia attenzione e i tagli, stimati in 400 milioni di euro, non sembrano intaccarne troppo i destini. Si procede ad un incremento di proposta nei telefilm, si tratta per il nuovo lavoro di J.J. Abrams dopo aver intascato altri prodotti freschi, e lo spazio per il calcio è sempre più ampio, visto che quello, pure a fronte della crisi del settore in Italia, sembra essere l'unico argomento che mai smetta di attrarre. Tirando le somme si può evidenziare che, probabilmente, l'assottigliarsi dell'offerta pubblicitaria stia distanziando l'attenzione dell'azienda verso le generaliste, che avrebbero invece tutto il diritto di rimanere lo zoccolo duro del progetto.
Restano tuttavia solo ipotesi le quali, riassunte sommariamente, ci permettono di dire che non pare casuale l'impressione che Mediaset stia perdendo colpi in quanto a polo di interesse televisivo. E' troppo tempo che se ne senta parlare solo per fatti non troppo pertinenti a quest'ambito. Monito di ostinazione: si crede che Mediaset, o chi per lei, possa fare concorrenza a Sky solo persistendo nell'idea di restare qualcosa di diverso. Tendendo a rassomigliarle, non potrà che uscirne sconfitta.