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Massimo Giletti: “Non so se resterò in Rai ma lo spero, chi è bravo va pagato”

Massimo Giletti annuncia a Cartabianca di essere ben disposto verso la Rai, dove spera di restare a patto che si riesca a trovare un accordo in merito al tetto compensi previsto: “Spero di rimanerci, ma non ci sto a discapito di determinate situazioni”.
A cura di Stefania Rocco
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Massimo Giletti annuncia a Cartabianca l’intenzione di restare in Rai, a patto che siano rispettate determinate garanzie. Con l’interruzione della programmazione consueta in vista della pausa estiva, è partita una caccia alla notizia al fine di individuare quali saranno i cavalli di razza Rai disposti a restare nella televisione pubblica nonostante l’introduzione del tetto compensi.

Giletti rientra tra coloro che vedrebbero notevolmente ridimensionato il proprio cachet e, come Fabio Fazio prima di lui, ha espresso la volontà di restare a fronte di un ravvedimento da parte della rete. Intervistato da Bianca Berlinguer, il conduttore de L’Arena è stato chiaro:

Se resto per la prossima stagione? Questo lo stabiliremo. Arriva un Direttore Generale nuovo: chi sarà e quale atteggiamento avrà rispetto a te e ai colleghi? Lo vedremo. Sarebbe veramente scorretto dire delle cose oggi senza avere un nuovo interlocutore importante. Io ho un ottimo rapporto con la Rai, son nato qua e spero di rimanerci. Ma non ci sto a discapito di determinate situazioni.

Giletti non entra nel dettaglio del suo contratto, ma rivela di essere molto vicino a quanto imposto dal tetto compensi: “È chiaro che chi piglia milioni riflette ulteriormente”. Specifica, però, che le sue perplessità non sarebbero di natura economica, sebbene aggiunga che personaggi di un certo tipo debbano necessariamente prescindere dall’introduzione di una legge che non permetterebbe alla Rai di continuare a competere sul piano della qualità:

Mi infastidisce l’assoluta ipocrisia del nostro sistema. Chi è bravo va pagato, punto. Per creare un Vespa, un Carlo Conti o un Fabio Fazio ci vogliono anni di lavoro, quindi sono investimenti che l’azienda fa. Poi si può discutere e mettere dei tetti di un certo tipo. Anche un Direttore Generale che viene qua deve essere uno bravissimo: chi ti viene a 240mila euro lordi, che sono tanti nel sistema normale, ma non per chi fa questo lavoro? (…) Se tu perdi uno bravo come Fazio, quanto danno fai all’azienda?

Infine, ha rivendicato i dati di ascolto prodotti fino a oggi. Sarebbero questi gli strumenti posti sul tavolo al fine di ottenere con la dirigenza una trattazione che soddisfi ambo le parti:

Questa è un’azienda che si caratterizza dal fatto di essere più aziende, perché sennò non si spiegherebbero certi meccanismi. L’importante è che tu stai sempre a galla con gli ascolti. Quello è fondamentale. Finché fai i numeri è difficile che ti caccino.

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