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Massimo Giletti: “A Fabio Fazio cifre incredibili, ai miei collaboratori non davano 100 euro in più”

Massimo Giletti è stato ospite della puntata di ‘Belve’ trasmessa venerdì 21 giugno. Il conduttore ha detto la sua sullo stipendio di Fabio Fazio. Inoltre, ha ricordato come non sia mai riuscito a ottenere 100 euro in più da dare ai suoi collaboratori ai tempi in cui conduceva ‘L’arena’: “Poi scopri altre realtà e allora la domanda te la poni”.
A cura di Daniela Seclì
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Massimo Giletti è stato ospite dell'ultima puntata di ‘Belve‘, trasmessa venerdì 21 giugno. Ai microfoni del programma condotto da Francesca Fagnani sul Nove, ha detto la sua riguardo al tanto chiacchierato compenso di Fabio Fazio (che ammonterebbe a 2.2 milioni di euro lordi all'anno). La giornalista gli ha chiesto quale sarebbe secondo lui, il giusto compenso per il conduttore di ‘Che tempo che fa'.

Le dichiarazioni su Fabio Fazio

Massimo Giletti, allora, ha ammesso di trovare "incredibili" le cifre guadagnate da Fabio Fazio. Inoltre, si è detto basito dal fatto che il suo collega possa ricoprire il ruolo di conduttore e produttore contemporaneamente: “Io credo che una tv di Stato dovrebbe avere un tetto massimo: mi sorprendo vedendo certe cifre incredibili. Io le reputo incredibili per una tv di Stato. Poi, ripeto, c'è chi ha procuratori molto bravi e riesce a fare dei contratti sui quali, sinceramente, qualche punto interrogativo me lo pongo. Per esempio, produrre il proprio programma in una tv di Stato, essere produttore e conduttore mi lascia basito". 

Le presunte differenze di trattamento tra lui e Fazio

Mentre ci si interroga ancora su quale sarà il destino televisivo di Massimo Giletti, il conduttore è tornato con la mente alla sua esperienza in Rai. Ha ricordato di aver fatto fatica a ottenere un piccolo aumento per i suoi collaboratori. Una cifra che trovava doverosa dato il successo del suo programma ‘L'arena'. Limiti che non sarebbero stati attuati in altre circostanze: "Io non riuscivo a fare avere 100 euro in più ai miei collaboratori. Facevo fatica a fargli avere un minimo in più visto anche i grandi successi che avevamo. Poi scopri altre realtà e allora la domanda te la poni". Quindi ha concluso: "Se sono bravi gli agenti o deboli i direttori? Non mi compete più, sono fuori. Basta l'intelligenza di chi legge e di chi vede le carte e poi si dia lui una risposta”.

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