Massimo Cannoletta: “Con i soldi vinti a L’Eredità comprerò casa, il vero premio è la Tv”
Per tutti è il super campione dell'Eredità, Flavio Insinna lo ha ribattezzato l'enciclopedia umana. Massimo Cannoletta è tra i le sorprese dell'ultima stagione televisiva, capace di dare nuova vita a una figura fondamentale della storia della Tv: il campione di quiz. Dopo il successo è andato oltre questa condizione effimera, ritrovandosi divulgatore quotidiano in Tv a Oggi è un altro giorno e rafforzando quella sincera simpatia ispirata nel pubblico da casa quando dava l'impressione che non ci fosse risposta a lui ignota. Un anno di stravolgimenti che Cannoletta non rimpiange affatto, come racconta in questa intervista.
Prima del successo in Tv conduceva una vita nomade. Cosa l'ha spinta a candidarsi per L'Eredità?
Anche io come tanti lo scorso anno mi sono trovato impantanato in questa realtà. Sono tornato in Italia ad aprile del 2020 e lo choc iniziale di questa nuova realtà è stato immediato. Mi sono reso conto subito che non sarei tornato a viaggiare per molti mesi, forse questa disperata ricerca di stimoli mi ha spinto a partecipare all'Eredità, senza alcuna aspettativa che ci sarei rimasto quasi due mesi. Da lì sono iniziate tante avventure, sorprese del tutto nuove.
Contano più i soldi vinti o le possibilità che sta avendo dopo l'exploit nel programma?
È stato molto più incisivo il fatto che dopo l'Eredità si siano spalancate diverse porte, dalla Tv ai giornali per i quali ho la possibilità di scrivere. A Oggi è un altro Giorno è stato tutto casuale, mentre uscivo dallo studio dopo un'intervista Serena Bortone si è avvicinata e mi ha proposto questa cosa, chiedendomi di fare divulgazione nel suo programma. È il mio lavoro e non ho mai pensato a dire di no.
Crede che parlare a milioni di persone nel primo pomeriggio di Rai1 sia la soluzione definitiva per fare divulgazione?
In generale il concetto di definitivo mi ha sempre spaventato molto, tutto ciò che lo è perde fascino. Per me la divulgazione è la possibilità di incuriosirmi e suscitare curiosità in un pubblico, si tratti di 10, 100 o 1000 persone. In televisione possono diventare due milioni, ma il fine resta quello di risvegliare curiosità, mettere la pulce nell'orecchio. Non si deve dire tutto, quando parlo di qualcosa mi immagino che le mie siano introduzioni e sta a chi ascolta continuare a divertirsi su quel tema come meglio crede.
Da chi si sente ispirato?
Capostipiti assoluti di questo genere in Tv sono ovviamente Piero e Alberto Angela. Io amavo moltissimo anche Philippe Daverio, per quella sua capacità di coinvolgere lo spettatore, ma anche per quel suo modo godereccio di concepire il sapere. Si trattava di qualcosa che lo rendeva felice ed è esattamente quello che succede a me.
Oggi la conoscenza è frammentata, spezzettata e settoriale, lei invece prova a stimolare una curiosità trasversale.
L'aspetto più divertente è proprio fare collegamenti, spaziando da un tema all'altro si ha la possibilità di non fossilizzarsi e sapere che prima o poi riuscirai a cogliere l'attenzione di qualcuno. Se non è interessato all'arte sarà interessato allo sport, alla cucina, o alla geografia. Prima o poi sale a bordo.
Lei si sente un tuttologo?
No, è un'espressione che evito ad ogni costo. Non mi piace vedere in televisione personaggi che saltano da un programma all'altro adattandosi a qualsiasi tema. Io mi limito ai campi che conosco, se non ho padronanza di una questione, evito di esprimermi.
La televisione è piena zeppa di opinionisti. È un vestito che le piacerebbe indossare?
Me ne tengo distante, il massimo che potrei rischiare è una figuraccia, ma su alcune questioni serie e delicate come può essere la pandemia io ho sempre evitato di intervenire. Si tratta di cose talmente delicate che è giusto le trattino persone che sanno di cosa parlano.
Il sapere è sacro, ma col sapere lei ha vinto una somme notevole (circa 200 mila euro). Non le è mai pesato questo effetto di mercificazione della conoscenza?
La cosa mi è del tutto estranea. Anzi, al contrario le dirò che in ogni puntata dell'Eredità percepivo di guadagnarmi la mia presenza, giustificarla proprio attraverso le cose che sapevo.
Lei ha vinto il montepremi, ma L'Eredità ha beneficiato molto della sua presenza anche per gli ascolti. Si è mai sentito avvantaggiato e privilegiato per questo?
Mi è successo esattamente il contrario. Non perché non mi sentissi benvoluto, sono sempre stati squisiti con me, ma io per una mia discrezione personale, man mano che andassi avanti mi sentivo di essere un po' di peso alla trasmissione.
Tant'è vero che poi a un certo punto lascia il programma di proposito, sbagliando una domanda volontariamente.
Proprio per non diventare un peso. Non mi andava di approfittare della loro gentilezza, di tutto quello che il programma mi stava dando, ostinandomi a restare lì. Non volevo accanirmi.
L'etichetta del campione di quiz la infastidisce?
Nient'affatto, mi sento soddisfatto di quello che è successo all'Eredità, ma penso di essere andato avanti e aver fatto passi importanti per affrancarmi da quel titolo e affermare la mia identità. Penso che Serena Bortone mi abbia invitato nel suo programma in quanto divulgatore, non in quanto campione. La popolarità viene dal quiz, naturalmente, ma spero di aver fatto capire al pubblico che fuori dall'Eredità sono altro.
Tornerebbe a fare il nomade divulgatore in giro per il mondo, oppure preferisce la televisione?
Io prima giravo e raccontavo a una platea molto più ristretta, dovessi tornare a farlo non mi dispiacerebbe affatto e sarei felice come un tempo. Infatti se in futuro dovessi mai avere la possibilità di rivolgermi alla platea smisurata della Tv con altri progetti, preferirei farlo dai luoghi, viaggiando e non facendolo da uno studio televisivo. Mi verrebbe più naturale.
È sui social grazie ai suoi nipoti. Come è andata?
Ho iniziato a usarli proprio lo scorso aprile, quando sono tornato per il lockdown e non c'era molto da fare. La mia palestra per la divulgazione sono stati certamente i miei nipoti, che oggi hanno tra i 24 e i 26 anni. Fin da piccoli li portavo in giro e gli raccontavo storie, aneddoti, curiosità. Da allora ho capito che avrei dovuto sperimentare un linguaggio molto semplice, capire come parlare di arte a delle persone alle quali mancavano le basi. Mai dare per scontato che un certo termine sia necessariamente noto anche al pubblico.
Lei è laureato in scienze politiche, come ha costruito questa conoscenza così trasversale?
Una volta laureato ho iniziato immediatamente a viaggiare, ho dedicato la vita alla scoperta dei luoghi attraverso i miei occhi. Ho provato ad essere il meno libresco possibile, studiare era il preludio di qualcosa che avrei vissuto. Nel mio tempo libero salto da un interesse all'altro, se guardo una serie Tv e vedo un quadro, salto a quel riferimento per avviare una catena di curiosità che non finisce mai.
Scrivendo il suo nome su Google, tra le prime ricerche correlate si trovano "moglie" e "fidanzata". Che ne pensa del fatto che le persone si interessino alla sua vita privata?
Da curioso per natura, mi rendo conto che la vita privata dei personaggi famosi a me non interessi minimamente. Per questo faccio fatica a concepire come possa interessare al pubblico ciò che riguarda la mia (ride, ndr)
La vita privata però dice molto di un personaggio.
Onestamente, lo confesso, di solito quando approfondisco le storie dei grandi personaggi c'è sempre un paragrafo sulla vita privata, ma è quello che salterei volentieri. Forse è l'unica curiosità che non mi solletica.
Chiudiamo venendo al dunque: all'Eredità ha vinto circa 200mila euro, qual è stata la prima cosa che ha comprato?
In realtà non ho ancora ricevuto la somma, la procedura per la consegna del montepremi è iniziata, ma non è ancora ultimata. Non ho comprato nulla e non ho cambiato le mie abitudini, quando il premio arriverà quello che adesso ho in mente di fare è, semplicemente, comprare una casa. Il mio stile di vita resterà lo stesso, nessuna vita da re.