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Massimo Boldi accusa Antonio Ricci: “Inventai io Striscia La Notizia”

Il comico lancia una frecciatina ad Antonio Ricci confessando in radio ad Alfonso Signorini di possedere la proprietà intellettuale del famoso tg satirico. Poi spende anche parole gentili per Giorgio Faletti, scomparso da qualche giorno.
A cura di Andrea Parrella
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AGGIORNAMENTO ORE 13 – 8/07/14 – Riceviamo e pubblichiamo una nota dall'ufficio stampa di "Striscia la Notizia".

Gentile redazione di Tv Fanpage, in riferimento alle dichiarazioni di Massimo Boldi su Striscia la notizia, ricordiamo che, fin dalle origini della televisione, nella parodia del telegiornale si sono esercitati molti comici: da Walter Chiari a Gino Bramieri, da Alighiero Noschese a Raimondo Vianello, ad Antonio Amurri e Dino Verde. L'originalità del format di Striscia la notizia, come tutti sanno, è nel realizzare autentici servizi giornalistici, anticipando spesso i telegiornali ufficiali.

Massimo Boldi, in occasione di una chiacchierata radiofonica con Alfonso Signorini, lascia cadere una di quelle bombe che rischiano di smontare una di quelle certezze televisive che da 30 anni popola il piccolo schermo nostrano. Lo storico Cipollino infatti, ha messo in dubbio la paternità di Striscia La Notizia, che tutti, da sempre avevamo sempre e indissolubilmente legato alla figura del patron Antonio Ricci. Boldi, che dopo la separazione artistica da De Sica ha più volta manifestato l'intenzione di ristabilire il sodalizio, ha confessato al direttore del settimanale Chi su Radio Montecarlo che lo storico tg satirico di Canale 5, condotte da folte schiere di conduttori nel corso degli ultimi decenni, fosse in realtà nato come un'idea sua: "Io sono quello che ha inventato Striscia la Notizia. Io sono diventato popolare e l'ho depositata nel 1977, quando non era Striscia la Notizia, era un'altra cosa. Io con Cipollino ho fatto il telegiornale delle televisioni private. Gli altri – spiega – hanno preso il format, se lo sono fatto e sono 30 anni che vanno avanti così".

L'elogio di Giorgio Faletti

Il tono non sembra dei più affabili e fa davvero pensare che Boldi si senta tutt'oggi scippato di qualcosa sulla quale aveva proprietà intellettuale. Ma l'attore non si è fermato a questo, visto che Alfonso Signorini gli ha doverosamente chiesto nel merito di Giorgio Faletti cosa pensasse dell'artista, comico, attore, cantate e scrittore scomparso pochi giorni fa per un male incurabile. Boldi, che di Faletti era amico e soprattutto veniva fuori dallo stesso vivaio, non ha avuto che parole gentili e d'apprezzamento per lui:

L'ho conosciuto quando io facevo ancora il batterista al Debry, dopodiché con un gruppo di grandissimi artisti come Abatantuono, Giorgio Porcaro, Mauro Di Francesco, grazie a Enzo Jannacci, abbiamo cominciato a collaborare. Jannacci scrisse per noi una cinecommedia, La tappezzeria, e da lì partì una comicità tutta nuova che poi ha fatto strada in tutti gli anni successivi. E' difficile – ha aggiunto Boldi – parlare accademicamente di un personaggio come Giorgio. Era la vera commedia dell'arte. Noi facevamo questa professione per passione. Al giorno d'oggi, andando avanti con l'evoluzione delle tv private e non, è diventato difficile capire chi ha talento e chi no. Il mondo dello spettacolo e la televisione sono in mano ad agenti che dettano le loro leggi. Questa è una vergogna rovinano il modo e la qualità di fare televisione

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