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Marco Sentieri: “Bullizzato a scuola, la maestra mi abbassava i pantaloni”

Marco Sentieri è stato l’ospite del giorno a “Vieni da me”, il programma del pomeriggio di Rai1 condotto da Caterina Balivo. La sua canzone presentata al Festival di Sanremo 2020, “Billy Blu”, tratta il tema del bullismo: “Ora ricordo tante cose. Come la maestra pazzoide delle elementari che mi faceva abbassare i pantaloni davanti a tutti per punirmi”.
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Marco Sentieri è stato l'ospite del giorno a "Vieni da me", il programma del pomeriggio di Rai1 condotto da Caterina Balivo. La sua "Billy Blu" è stata una delle canzoni più interessanti tra le nuove proposte del Festival di Sanremo 2020. A Rai1, Sentieri è andato per parlare della sua attività professionale, del suo personalissimo Festival e soprattutto della sua vita privata. È sposato, con figli: "Ieri sono finalmente tornato a casa, mi mancavano da morire. Me li sono spupazzati per bene. I miei figli sono la cosa più importante". 

Marco Sentieri e "Billy Blu"

Marco Sentieri ha poi parlato del brano "Billy Blu", che tratta un tema forte come quello del bullismo. È la favola di un ragazzo che riesce a perdonare il suo bullo e a dargli una mano a emergere, ad abbracciare una vita nella pace:

La persona disagiata era il bullo e non Billy: il testo ci fa capire che bulli non si nasce ma ci si diventa. È un tema a cui tengo molto, perché sono padre ma non solo: crescendo ho scavato nei miei ricordi e mi è venuto in mente ciò che ho subito io alle elementari. Ero un po’ più paffutello, ero un po’ goffo e venivo preso in giro per i miei difetti fisici e per il mio accento. Vengo da un paese che amo tantissimo ma che è indubbiamente non facilissimo, c’era una sorta di abuso: ero quello un po’ più timido e subivo questa cosa.

I ricordi delle elementari

Marco Sentieri a "Vieni da me" ha poi ricordato delle punizioni che la maestra delle elementari gli infliggeva. Ricordi che riaffiorano con il tempo e che aveva messo da parte.

Ora ricordo tutte quelle cose che ci sono state, come la maestra delle elementari. Era un po’ una maestra pazzoide, ricordo che per metterci in castigo ci diceva di abbassarci i pantaloni per vergognarci. Era un po’ particolare, sì. Mi sfottevano anche per la musica, non era come adesso: dicevano “ma che devi fare, fagli imparare un mestiere”, “non si vive di musica”. Fortunatamente i miei genitori mi hanno sempre sostenuto, io sono l’unico della mia dinastia che sta provando a vivere di musica

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