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Come Marco D’Amore lascerà Ciro Di Marzio in Gomorra 5: “Sarà meno bello”, ecco perché

Tra non molto Gomorra tornerà con una quinta stagione e parlare del suo personaggio, uno dei più amati della serie, è Marco D’Amore, interprete di Ciro Di Marzio. Il suo ruolo si è modificato in cinque stagioni e l’Immortale che conoscevano gli appassionati non ha niente a che vedere con quello che scopriranno nei nuovi episodi.
A cura di Ilaria Costabile
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Manca poco all'uscita della quinta e ultima stagione di Gomorra, una delle serie che più ha appassionato il pubblico italiano, ma non solo, visto il successo che ha riscosso anche al di fuori dei confini anche europei. Intervistato da La Repubblica, Marco D'Amore racconta l'evoluzione del suo personaggio che in cinque stagioni ha subito un cambiamento radicale: "Se metti vicine due immagini della prima e dell’ultima stagione il suo cambiamento è impressionante" rivela raccontando del suo addio al personaggio di Ciro Di Marzio, meglio conosciuto come "L'Immortale".

Come cambia il personaggio di Ciro

Rapportarsi con un personaggio così ingombrante come Ciro Di Marzio non è stato semplice per Marco D'Amore che, infatti, racconta di essersi evoluto insieme al ruolo che, forse più di tutti, gli ha dato popolarità. Dalla prima alla quinta stagione il cambiamento è stato radicale, una trasformazione che passa anche per un film, dove si trova l'appiglio all'ultima stagione della serie:

Dicevamo, con Salvatore Esposito, che i nostri personaggi sono i grandi timonieri della serie, che abbiamo fatto trasformazioni eclatanti che poco spesso ci si consente in un racconto seriale, in cui si tende sempre di più a costruire un rapporto di fedeltà tra pubblico e personaggio, che resta lo stesso. Noi abbiamo piegato i nostri personaggi alle vicende e quindi nell’ultimo capitolo Ciro non poteva non apparire privato di tutto ciò che lo aveva connotato all’inizio. Cioè quel un fascino guascone e piratesco che lo ha reso attraente anche da un punto di vista erotico – lo dico dall’alto della considerazione di questo termine. Abbiamo raccontato come certe vite gravano non solo sull’anima ma sul corpo, sulla biologia. Non ho avuto paura di trattarmi male in questo senso. Lo dico perché sento uno svilimento del nostro mestiere, sempre più legato a certi ideali di bellezza, con la paura di sfiorirsi per raccontare anime.

Il rapporto con Salvatore Esposito

Ed è proprio nel rapporto con Salvatore Esposito che Marco D'Amore ha trovato una spalla per affrontare tutto quello che una serie impattante come Gomorra ha portato nell'immaginario comune, istaurando un'amicizia forte e duratura: "Ci siamo difesi a vicenda, soprattutto abbiamo dimostrato rispetto per il progetto anche nelle discussioni interne, nelle crisi. Abbiamo costruito, in otto anni, un’amicizia che va ben al di là di Gomorra. Sogniamo di lavorare insieme su altri progetti, anche in vesti diverse, sperando di non perderci". 

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