“Maradona comprato dalla camorra e Ferlaino è nu strunz”: Napoli vista dalla serie Prime Video
Corrado Ferlaino è nu strunz e Maradona a Napoli lo ha portato la camorra. Possiamo sintetizzare così i primi 15 minuti dell'atteso sesto episodio – disponibile domani insieme al settimo episodio – di Maradona: Sogno Benedetto, la serie Amazon Prime Video sulla vita del Pibe de Oro. Che il periodo di Diego Armando Maradona a Napoli, forse il più importante della sua vita calcistica perché il più vincente rispetto al suo passaggio in Europa, fosse stato lastricato di dolori tanto grandi quanto alle gioie lo abbiamo sempre saputo. Lo raccontano numerose testimonianze, alcune di queste diventate poi leggende. A Napoli le chiamano voce ‘e popolo. Per l'appunto è soprattutto questa, la voce ‘e popolo, da cui la drammatizzazione della serie – diretta da Edoardo De Angelis per gli episodi italiani – ha preso molto spunto.
Proviamo ad anticipare un paio di scene per dare chiara la misura. "Se Maradona non viene a Napoli, ti mettono a capa asott (ti appendono, ndr) in piazza. Ma non lo fanno Carmine e i suoi ragazzi (il boss Giuliano, ndr), ma i napoletani direttamente". Questo lo dice Andrea Renzi, che interpreta il "Sindaco", al Corrado Ferlaino interpretato da un ormai onnipresente Giovanni Esposito, bravo nell'assumere tutti i tratti tipici dell'ex presidente del Napoli. La camminata trafelata, la fronte sempre sudata, l'atteggiamento in pubblico sempre un po' dimesso. E nei primi minuti si becca subito un: "Corrado sì tutt'strunz, mo vattene, vedo che posso fa". Così, il presidente del Napoli dei due scudetti e della Coppa Uefa è trattato peggio di una marionetta messo in mezzo tra il presidente Núñez del Barcelona, che pretende altri soldi per la transazione e il passaggio di Diego Armando Maradona a Napoli, e chi ha finanziato l'operazione (il Banco di Napoli).
Avvenuto il trasferimento, Diego Armando Maradona arriva finalmente allo Stadio San Paolo nella storica presentazione che tutti conoscono. La serie ricrea anche quel momento che abbiamo recentemente riscoperto in "Diego Maradona" di Asif Kapadia, quando in conferenza stampa viene posta la domanda che inviperì Corrado Ferlaino: "Si dice che la camorra abbia investito in tanti settori e anche nel calcio, tu cosa ne pensi?". Ed è a questo punto della serie che assistiamo alla trasformazione di Napoli in una città ai limiti dei confini del mondo. Il giornalista viene cacciato da Corrado Ferlaino – come è avvenuto nella realtà – e viene poi scortato fuori da un collega: "Hai fatto la domanda? Maradona, a te chi ti ha comprato? La camorra? Sali in macchina, forza!". E il giornalista viene fatto entrare nel bagagliaio della macchina mentre proprio nei loro pressi si aggira, come uno squalo, un'auto vedetta di sgherri dei Giuliano.
La Napoli di "Maradona: Sogno Benedetto" sembra una gigantografia peggiorativa di Villa Fiorito. Ci sono le puttane agli angoli della strada sin dalle prime ore del mattino, ci sono gli scugnizzi che giocano a calcio tra le pozzanghere, c'è la camorra, sempre la camorra, ancora la camorra, che fa soldi con il merchandising parallelo di Diego Armando Maradona. Il suo manager, Jorge Cysterpiller, si fa ricevere dagli sgherri del boss Carmine Giuliano (un magnetico e un po' imbolsito Riccardo Scamarcio) per chiedere un accordo ufficiale, una percentuale del business: "A percentuale? Ma quale percentuale?". C'è anche il racconto della Napoli più borghese, altrettanto ammaliata dal fenomeno Maradona. Prezioso, in questo caso, il cameo di Gianfranco Gallo nel ruolo dell'ortopedico Giannini che riceve segretamente il Pibe per un consulto e ha un attacco di cuore nel vedere il mito in carne e ossa. I due episodi si chiudono con l'inizio di un altro capitolo fondamentale della storia di Diego: l'incontro con Cristiana Sinagra, la madre di Diego Armando Maradona jr, interpretata da Tea Falco. Sembra quasi che abbiano voluto centellinare le polemiche, perché per scoprire quello che succede bisognerà attendere ancora un'altra settimana.