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Mara Venier: “Tutti i miei amori non valgono mio padre, che non ha visto il mio successo”

La “zia d’Italia” ospite di Massimo Giletti fa il punto della situazione sulla sua carriera, parla del libro uscito a fine ottobre per Mondadori “Gli amori della zia” e rivela: “Ho dato dei dispiaceri a mio padre, mancato a 59 anni: non si è goduto il mio successo”.
A cura di G.D.
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Mara Venier è la "zia" dello spettacolo italiano. Adesso che è passata a Mediaset, pedina fondamentale di "Tu sì que vales", sembra quasi un evento che sia tornata in Rai, ospite di Massimo Giletti a "L'Arena". Tra i protagonisti della domenica c'è proprio lei, che parla della sua carriera e dei suoi amori, seguendo proprio il libro che ha pubblicato a fine ottobre per Mondadori "Gli amori della zia" e rivela di avere un rimpianto. Suo padre, scomparso giovanissimo all'età di 59 anni, non si è goduto il suo successo.

Ho dato dei dispiaceri a mio padre, mancato a 59 anni. Ero incinta del mio secondo figlio, Paolo. Ci ho pensato tanto in questi anni, perché mio padre non si è goduto il mio successo, ma solo dispiaceri. Credo che però lui da lassù mi abbia visto.

Mara Venier ha scritto "Gli amori della zia" per cercare di superare la morte di sua madre, mancata il 26 giugno scorso. Sono state tre settimane dure per lei, lo racconta lei stessa. C'è stato un momento dove si è chiusa totalmente in se stessa, non uscendo mai di casa. Ecco allora che il libro è diventato come una sorta di terapia per superare il dolore, il dispiacere e la mancanza. Mara Venier ha anche raccontato, come d'altronde fa anche nel libro, della sua relazione con Armand Assante, il mito di Hollywood, quello che lei ha più volte definito come "la follia della mia vita".

Mi faceva impazzire, era un vero maschio che mi ha dato la serenità per un anno. È stata una passione, vivevo in un ranch. Era geloso. Ricordo una scenata di gelosia per una foto con Renato Zero.

Non ha nascosto che la sua è stata una grande passione, la Venier ha perso la testa per Armand Assante. Come scrive nel libro, entrambi si incontravano dizionari alla mano perché non parlavano la stessa lingua. Ma la lingua della passione, si sa, è universale. Un pensiero anche per Maria De Filippi che ha rilanciato la sua figura sul piano professionale

È unica e speciale, mi dice sempre: "Basta non ringraziarmi", ma mi ha dato questa possibilità e così sono cambiate tante cose. Ho raggiunto un pubblico giovane che prima non avevo. Lei è una donna eccezionale. Io la amo! È piena di generosità e con un pudore immenso, non è esibizionista.

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