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Magazzini Einstein racconta Chopin su Raitre

Le vacanze della Tv generalista impongono la speranza di una pura casualità, una coincidenza che arresti lo zapping sfrenato su qualche oggetto sconosciuto. Raitre illumina la sua notte con uno splendido documentario di Rai Educational.
A cura di Andrea Parrella
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Ritrovarsi a praticare zapping dopo una certa ora è un tentativo balordo di riuscire a meravigliarsi scovando qualcosa che non era previsto, perché non è sulle prime pagine. Si tratta di ricercare l'effetto di casualità rivelatoria  che provoca la radio passando un pezzo affine all'ascoltatore in un preciso momento. Chiaro è che, nella maggior parte dei casi, si finisce per addormentarsi rassegnati. Ma nelle occasioni singolari in cui la congiuntura astrale si verifica, il potere della Tv si manifesta fragorosamente.

Ieri notte Raitre  si è largamente meritata un elogio di vaste proporzioni per aver mandato in onda un documento realizzato da Magazzini Einstein su Fryderyk Chopin, reperibile anche sul sito stesso della trasmissione. La puntata era indirizzata ad offrire allo spettatore una visione generale e non banale del grande compositore polacco. Il forte legame con le sue origini, la congruenza della fierezza ritmica delle sue composizioni con la fierezza morale del popolo polacco, tutto. Chopin ebbe il merito di inventare stili e generi, pare abbia reso alla musica più di quanto abbiano fatto suoi colleghi ugualmente noti, eppure il documento di ieri sera ha chiaramente demarcato una differenza nell'indole, nelle sue tenerezze, nelle sue ire. E' rimasto di certo imperscrutabile in relazione ad alcune sue inquietudini, non avendo lasciato molta possibilità di capirle.

Le parole del compositore venivano declamate attraverso un suo ritratto parlante e Chopin ci ha detto che al cospetto di altri suoi simili, la sua cagionevolezza l'ha costretto ad avere qualche momento di salute rapportato a tanta malattia, anziché viceversa. C'è stato il tentativo di raccontarci i suoi rapporti controversi con George Sand e le peculiarità delle sue composizioni, come le mazurke o il tempo rubato. A proposito di quest'ultimo, al fine di spiegarlo, uno degli intervistati ci ha detto che il rubato mette in conto una certa moralità nella vita, dove ciò che hai rubato, prima o poi devi restituirlo. Così vale per il tempo musicale rubato, in cui se rubi del tempo per l'espressione artistica devi prima o poi rilasciarlo per contribuire all'armonia complessiva, l'equilibrio.

Per non approfondire troppo la questione e sviscerarla nel suo ambito prettamente televisivo, si dirà che si incoraggerebbe volentieri Rai Educational a prodigarsi in operazioni divulgative di questo tipo, probabilmente anche orientate verso illustrazioni più semplificate e basilari, che permettano di essere collocate in fasce orarie diverse. Si andrebbe a dormire con la consapevolezza di non essersi persi nulla.

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