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Luigi Pelazza indagato per corruzione, ma era per un servizio de “Le Iene”

Un servizio di Luigi Pelazza e Mirko Canale che svelava la compravendita di patenti nautiche mette nei guai proprio i due giornalisti. L’avvocato Carlo Taormina: “Se dovesse passare un messaggio del genere, nessun giornalista vorra più fare inchiesta, se corre il rischio di essere incriminato per fatti che voleva denunciare al pubblico”.
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C'è un'inchiesta in corso che potrebbe mettere in ginocchio il giornalismo investigativo. A farne le spese, per adesso, potrebbero essere "Le Iene" Luigi Pelazza e Mirko Canala che sono stati accusati dalla Procura della Repubblica di Napoli di concorso in corruzione. Cosa è successo? Ne parla "Il Tempo" in un articolo pubblicato ieri che racconta di un servizio per "Le Iene" che svelava la compravendita di patenti nautiche all'Ufficio marittimo di Pozzuoli, per il quale Mirko Canala e Luigi Pelazza sarebbero colpevoli nonostante abbiano fatto il proprio lavoro documentando la corruzione degli uffici pubblici. Carlo Taormina, avvocato difensore di Canala e Pelazza, ha sottolineato il rischio altissimo che è in atto:

Se dovesse passare questo messaggio nessun giornalista vorrà più fare un’inchiesta se poi corre il rischio di essere incriminato per fatti che voleva esclusivamente denunciare al pubblico.

Il servizio dei due inviati de "Le Iene" parte con una soffiata, quella che vede il titolare di una scuola guida richiedere soldi extra per rilasciare le patenti nautiche senza problemi. I due giornalisti lo avvicinano e parte così una trattativa. La prima richiesta è di 2.500 euro, poi quando Pelazza e Canala rivelano al titolare della scuola guida che non sanno distinguere nemmeno una poppa da una prua, la richiesta sale a 3.500 euro. Tutto è dimostrato e documentato nel filmato, il titolare non si pone nessun problema se rilasciando la patente nautica a due perfetti incapaci, si possa mettere a repentaglio la vita di altre persone. La patente, del resto, arriva senza fare nemmeno l'esame.

Nella rete dei due giornalisti, oltre al titolare della scuola guida, finiscono anche due funzionari, un responsabile ed un dipendente dell'Ufficio Circondariale marittimo di Pozzuoli. Stando al capo d'imputazione, i due "ricevevano o comunque accettavano la promessa della dazione della somma di 3.500 euro da Mirko Canala e Luigi Pelazza". Per rilasciare la patente, i due funzionari dell'Ufficio marittimo altervano il verbale d'esame del 27 luglio 2000, aggiungendo il nome di Mirko Canala all'elenco dei soggetti esaminati dalla Commissione per il rilascio delle patenti nautiche senza limiti, in modo da farlo risultare idoneo anche senza esame. Poi "formavano e rilasciavano la falsa patente nautica n. 42 del 2013 a titolo di duplicato di quella in precedenza apparentemente emessa in data 27 luglio 2000 di cui veniva denunciato il falso smarrimento in data 7 ottobre 2013 presso la stazione dei carabinieri di Napoli Chiaia".

Tutta la vicenda è raccontata in un servizio giornalistico ampio andato in onda a "Le Iene", e appare come una beffa che le accuse pendano anche sui due autori dell'inchiesta. Se Pelazza e Canala risulteranno alla fine essere colpevoli per le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Napoli, si creerebbe un serio precedente e allora qualsiasi giornalista in futuro dovrà avvertire il rischio di un'incriminazione quando si appresterà a denunciare un abuso pubblico.

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