Luca e Paolo non sono stati cacciati da Rai2, inutile cercare l’editto bulgaro che non c’è
Con una conferenza stampa di cui si parla ininterrottamente da più di 24 ore, Carlo Freccero è riuscito a segnare questo inizio di 2019, innescando una serie di reazioni e di polemiche che sono andate ben oltre i confini della televisione. Dalle sue parole sul VAR e la Juventus, per le quali sarà ospite di "Calciomercato" su Rai2 al fine di dare le sue spiegazioni, alla volontà di riportare Daniele Luttazzi su Rai2, fino all'ipotesi di chiudere programmi come "I Fatti Vostri" e "Detto Fatto", il direttore della seconda rete del servizio pubblico ha fatto in modo che da 24 ore non si parli che di lui.
La chiusura del programma con Luca e Paolo e Mia Ceran
Nelle ultime ore è montata un'ulteriore questione, relativa alla cancellazione di "Quelli che… dopo il Tg", trasmissione condotta da Luca e Paolo insieme a Mia Ceran, in onda dopo il Tg2 dall'inizio della stagione, che nella nuova Rai2 di Freccero farà spazio a un progetto differente: "Tengo molto a loro – ha spiegato in conferenza stampa – ma purtroppo l'esigenza di Rai2 è un'altra, cioè avere un programma di approfondimento dopo il telegiornale delle 20".
La reazione di Luca e Paolo
Decisione improvvisa e, a quanto pare, non comunicata ai diretti interessati, come precisato dagli stessi Luca e Paolo in una dichiarazione rilasciata al SecoloXIX nelle scorse ore da Kessisoglu: "Io e Paolo epurati? Parlare di epurazione mi pare esagerato perché siamo ancora su Rai2 con ‘Quelli che il calcio'. Ma certo ci chiediamo il perché della chiusura di una striscia quotidiana con ascolti in salita e non in discesa. Per ora noi sappiamo che il programma è stato sospeso. Non userei il termine epurazione perché sono cose che possono capitare".
Lo sketch sul ministro Toninelli
Ma se per alcune ore la notizia della cancellazione del programma sembrava passata quasi inosservata, sommersa dal cumulo di elementi emersi dalla prima conferenza stampa di Freccero, ecco che nelle scorse ore Luca e Paolo si sono ritrovati improvvisamente, e incolpevolmente, al centro di una boutade politica, vittime della censura di un direttore che da una parte annuncia di voler riportare la satira su Rai2 e dall'altra dà una spallata a due comici che hanno fatto satira sul ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, con uno sketch al quale aveva preso parte anche Ubaldo Pantani.
In poche ore Luca e Paolo schizzano in testa alle tendenze di Twitter e l'opposizione li insignisce del titolo di vittime sacrificali della censura politica, cacciati da Rai2 per volontà del governo, sottolineando il filo che lega Carlo Freccero al Movimento 5 Stelle (il direttore di Rai2 è stato consigliere di amministrazione Rai in quota 5 stelle nella scorsa legislatura).
La scelta editoriale di Freccero
Il confine tra interpretazione degli eventi e strumentalizzazione è sottilissimo e questa polemica dimostra per l'ennesima volta come la Rai resti uno degli oggetti di strumentalizzazione preferiti dalla politica, in una direzione o nell'altra. Partiamo da un'evidenza: Luca e Paolo non sono stati cacciati dalla Rai. I due comici, insieme alla stessa Mia Ceran e a Ubaldo Pantani, continueranno a condurre settimanalmente "Quelli che il calcio", almeno fino alla fine della stagione. Nel motivare la chiusura del programma, certamente traumatica e improvvisa, Freccero non ha utilizzato motivazioni come ascolti bassi, o scarsa qualità dell'intrattenimento, ha bensì inserito questa decisione nel quadro di una revisione complessiva del palinsesto di Rai2 che vuole rendere la rete competitiva nella fascia serale secondo una logica che privilegi l'approfondimento politico. "Quelli che… dopo il Tg" occupa esattamente quella fascia.
Ha senso gridare alla censura?
Si tratta di una scelta certamente criticabile, che pare tuttavia eccessivo bollare con la stigmate della censura. E non perché si debba difendere Freccero a prescindere, ma perché gridare al boicottaggio politico in questo caso appare un tentativo, secondo chi scrive piuttosto goffo ed esagerato, di voler andare a cercare forzatamente un principio di epurazione in una scelta dove è difficile trovarne. Anche perché di editto bulgaro Freccero ne sa qualcosa, essendo stato direttore di Rai2 proprio negli in cui Luttazzi finì bersaglio delle scelte del governo Berlusconi insieme a Santoro e Biagi.
Tentare di colpirlo su questo punto è poco sensato anche da un punto di vista strategico. Il neo direttore di Rai2 può essere contestato su molti altri aspetti, ad esempio, volendo rimanere nello stesso ambito, quello di aver annunciato di voler dare spazio alla satira senza nominare alcun progetto concreto, citando la sola ipotesi (più propagandistica che supportata da fatti, va detto) di voler riportare lo stesso Luttazzi in Rai, come se il suddetto fosse il solo titolato per questo genere. Ma mai come in questo caso vale la pena attendere e pronunciare una frase che di questi tempi appare abusata e bollata pure questa politicamente: lasciamolo lavorare.