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Loredana Bertè: “Mi sento in colpa per la morte di Mimì, provo una sofferenza continua”

Nella puntata di domani, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo Loredana Bertè confessa i suoi sensi di colpa per la morte della sorella Mia Martini. Per la prima volta ai microfoni del talk rivela: “Quando Mimì finì in carcere ho interrotto gli studi per starle vicino”. E racconta: “Quando è stata liberata l’abbiamo nascosta in soffitta per un anno”.
A cura di Giulia Turco
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Un'intervista intima ed esclusiva, nel corso della quale Loredana Bertè confessa i suoi sensi di colpa per la tragica scomparsa della sorella Mimì. Domani, 7 dicembre, la Bertè sarà ospite nel salotto di Verissimo, per raccontare dei suoi esordi con Renato Zero, degli incontri con le grandi star e dei primi passi nel mondo della musica italiana, ma anche della sua infanzia e in particolare della sorella Mia Martini. Una perdita che, come confida la cantante a Silvia Toffanin, non è mai riuscita a superare:

Provo una sofferenza continua, mi sento in colpa. Se le fossi stata più vicino magari le cose sarebbero potute andare diversamente. Non mi perdono di non aver usato il telefonino che mi aveva dato perché restassimo in contatto.

Quando Mia Martini finì in carcere

È ai microfoni del talk di Canale 5 che Loredana sceglie di rivelare, per la prima volta, di non essere riuscita a completare i suoi studi proprio per la sua volontà di stare vicino alla sorella finita in carcere. Era il 19 agosto 1969. Mimì Bertè è in Sardegna, quando viene perquisita dalla Polizia che la porta nel carcere di Tempio Pausania. Lei, in seguito, racconterà di essere stata sorpresa con trentacinque milligrammi di hashish nella borsetta, mentre trascorreva una serata tra amici in un night della Costa Smeralda. "Furono mesi terribili: ero disperata, più volte mi balenavano in mente idee di suicidio", raccontò lei. Con commozione e grande dispiacere la sorella Loredana ricorda quel periodo:

Ho lasciato la scuola l'ultimo anno perché è successa una disgrazia: mia sorella Mimì è stata arrestata per uno spinello che gli avevano messo in tasca. Ha fatto due anni di carcere. Quando è stata liberata, prima del processo, l'abbiamo nascosta per un anno in una soffitta.

L'infanzia difficile

La Bertè vorrebbe tornare a rivivere quei piccoli momenti durante quella che è stata, per lei e la sorella, un'infanzia difficile, segnata dalla violenza tra le mura domestiche, dal difficile rapporto col padre e talvolta dai momenti di solitudine. Ora rimpiange la vicinanza della sorella in quei periodi bui, nei quali la loro forza era la vicinanza:

Nella nostra vita non abbiamo  mai festeggiato il compleanno, le feste erano bandite, anche il Natale! Per sfuggire alle botte e alle litigate violentissime che c'erano in casa, andavamo al Luna Park: per noi era la cosa più sicura.

Il ricordo della sorella, in lei, non morirà mai e la cantante confessa alla Toffanin di sognarla spesso, anche nei suoi vizi:

La sogno che vuole una sigaretta. Per questo ogni anno, per il suo compleanno, metto due sigarette davanti ad una foto che ci ritrae insieme e le dico: "Questa è la tua sigaretta per quest'anno!" mi manca da morire.

Il pensiero a Mimì prima dei concerti

Nonostante una lunga e brillante carriera nella musica italiana, ancora oggi Loredana confessa di avere momenti di insicurezza, prima di esibirsi. In quelle circostanze, il pensiero va a Mimì e allora ritrova la forza:

Con Mimì è morta una parte di me. Quando sono sul palco la sento dentro e dò tutto, anche se sono terrorizzata e ho gli attacchi di panico prima di uscire. Non respiro, ma penso a lei e poi esco. Dopo aver finito il concerto però, mi sento una persona migliore, sento di aver dato più di quello che potevo. Penso che Mimì oggi sarebbe orgogliosa di me.

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