L’omelia di Don Maurizio Patriciello ai funerali di Nadia Toffa: “Come Gesù, amata e odiata”
I funerali di Nadia Toffa, celebrati nel Duomo di Brescia nella giornata di oggi, 16 agosto 2019, hanno raccolto tantissime persone che hanno voluto salutare l'ex conduttrice de "Le Iene" un'ultima volta. La cerimonia, celebrata da Padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e simbolo della lotta alla Terra dei fuochi, è stata una vera e propria celebrazione di una persona che non ha mai avuto timore di mostrare la sua sofferenza.
Il lavoro come missione
Nella sua omelia Padre Maurizio Patriciello ha voluto ricordare con parole cariche di commozione la presentatrice. Di fronte a colleghi, amici e migliaia di persone comuni arrivate a Brescia da tutta Italia per rendere omaggio ad una donna che ha avuto la forza di combattere fino ai suoi ultimi istanti, Padre Maurizio Patriciello ha voluto riaccendere la speranza:
Abbiamo un debito di riconoscenza verso questa ragazza. Nadia, sei stata capace di mettere l'Italia sottosopra unendo il Nord e il Sud, la Terra dei fuochi con Brescia. In questi giorni mi sono arrivati centinaia di messaggi. Sei entrata nel cuore di tutti e non perché eri un volto della tv. Nadia è stata amata, non solo stimata. Hai chiamato il cancro con il suo nome dando coraggio a tutti noi. Hai raccontato le tue fragilità dandoci coraggio. Nadia ha avuto fame e sete di giustizia, è arrivata laddove la gente era bistrattata e maltrattata. Hai fatto del tuo lavoro una missione, come dovremmo fare tutti. Come nella mia terra, la Terra dei Fuochi, dove il terreno è inquinato anche dai rifiuti del Nord, con la complicità della nostra camorra. Hai gridato ai cristiani sopiti che Dio non è cattivo. Sei stata coraggiosa e umile, sei stata una ‘iena', ma anche una colomba. Sei stata forte, ma a me non me la dai a bere, sei stata forte ma anche così fragile, sei stata una donna amante della giustizia.
La forza di raccontare la malattia
Quella di don Patriciello è stata un'omelia fatta di ricordo e di verità nella quale ha raccontato e descritto il lascito che Nadia Toffa, con la sua forza, la sua tenacia e il suo coraggio, ha lasciato ad ognuno di noi. Ha parlato della malattia, della sua volontà di mostrarla senza paura, senza timore di essere giudicata, anzi, spesse volte criticata proprio per questa sua estrema sincerità e sete di mostrare la sua voglia di vivere nonostante le difficoltà. Don Patriciello ha parlato anche di questo, di coloro che non l'hanno capita, che hanno voluto infangare la sua forza:
Come Gesù è stata amata e odiata. Nadia non si è vergognata della sua malattia, qualcuno non lo ha compreso. Come si fa a comprendere una ragazza bella e sveglia che dice ‘porto una parrucca'? Lei ha avuto il coraggio di dire questa è una parrucca. Nadia, hai raccontato la tua paura, le tue speranze, la tua è stata vita sino all'ultimo respiro. Hai capito che la vita è vita anche quando si fa pesante. Come si fa a comprendere una ragazza bella che decide di parlare apertamente della sua malattia? Più terribile della malattia c'e' solo la vergogna di essere malati.Negli ultimi giorni tutti sapevano che il suo silenzio significava la cosa peggiore. Lei ha avuto il coraggio di chiamare il cancro con il suo nome. Noi nella Terra dei fuochi non ne abbiamo il coraggio, la chiamiamo "la brutta malattia" perché abbiamo paura. Per Nadia la vita e' stata vita fino all'ultimo respiro. Lei ha detto: "La preghiera e' un abbraccio". Non dimentichiamolo, abbiamo il dovere di dirlo a tutto il mondo. Abbiamo il dovere di ricordare a tutti la sua lotta. Dobbiamo raccogliere quello che ha lasciato perché nulla di quello che ha lasciato, nulla vada perduto".