Lo Zecchino d’Oro ricorda Cino Tortorella: “Grazie mago Zurlì, questo non è un addio”
La televisione italiana è in lutto per la morte di Cino Tortorella, scomparso a 89 anni dopo una vita intera dedicata al piccolo schermo. In particolare, la sua immagine rassicurante e indimenticata dal pubblico è inscindibile dalla sua più celebre creatura: parliamo ovviamente dello Zecchino d'Oro, il popolarissimo show canoro per ragazzi che creò nel 1959 e che condusse per ben 51 edizioni (fino a quella del 2003), meritandosi il titolo di presentatore alla guida di più edizioni di uno stesso programma.
Ovviamente, alla notizia della scomparsa di Tortorella non poteva mancare un ricordo proprio da parte del programma televisivo che più lo ha reso celebre. Sulla pagina Facebook dello Zecchino d'Oro è apparso un lungo post di cordoglio. Per una drammatica circostanza, il conduttore che per tanti spettatori resterà sempre il mago Zurlì ci ha lasciato poco prima delle attese celebrazioni per le 60 edizioni dello show canoro, che si svolgeranno sotto la direzione artistica di Carlo Conti.
Nell'Italia in bianco e nero di inizio anni Sessanta, un giovane Mago Zurlì in calzamaglia e mantello bussò alle porte di un convento di Bologna, dove tanti ogni giorno bussavano per avere una scodella di minestra calda.
Il mago si chiamava Cino Tortorella, pioniere di una tv dei ragazzi per la quale scriveva insieme a Umberto Eco e Guglielmo Zucconi, e portava all'Antoniano lo Zecchino d'Oro. I frati lo ascoltarono dapprima perplessi, poi curiosi. Era il primo tassello di una storia che negli anni fu felice alchimia di canzoni canticchiate dall'Italia intera e dialoghi quasi surreali tra Mago Zurlì e creature sdentate, del dialogo empatico di Mariele Ventre con il suo Piccolo Coro e le intuizioni di un conduttore e autore televisivo che tenne a battesimo anche le iniziative di solidarietà che lo Zecchino d'Oro avrebbe portato nei cinque continenti.
Cino Tortorella ci ha lasciati oggi.
Ci eravamo sentiti pochi giorni fa.
Ci eravamo scambiati qualche idea al telefono.
"Ne ho tantissime, vediamoci", ci aveva risposto.
Un saluto che era un appuntamento, un arrivederci.
Siamo in treno verso Milano, a metà strada, quando la notizia ci sorprende.
Ma no, non vogliamo considerarla un addio.
Grazie, Cino.