Liorni e Giletti formato chierichetti nei proseliti d’estate
Nel pomeriggio di sabato il viso equo e solidale di Marco Liorni (da quest'anno conduttore de La vita in diretta) illuminava gli schermi. Abbronzato e raggiante conduceva "Musica e luce", evento musicale e artistico dedicato al Papa. Ospiti di una certa levatura, tra cui Nicola Legrottaglie, di cui si percepisce solo col passare del tempo la crisi mistica che l'ha colpito. Fatto sta che è da un po' che ha l'esigenza di dirci che sia un credente e praticante assiduo, stile "faccio beneficenza e ve lo dico". Il filo logico seguiva la volontà di esprimere spirito di conversione e speranza tramite storie di vita e personaggi illustri della musica italiana.
Evidentemente l'atmosfera era seriosa e non proprio entusiasmante, con Liorni prestato ad una prova nella quale Massimo Giletti è il termine di paragone assoluto. Il quale Giletti, guarda caso, sarà impegnato questa sera in "Una voce per Padre Pio", tredicesima edizione. E ancora ieri, poco prima del pranzo, A sua immagine, l'unico programma della Tv italiana che non sente esigenza di una vacanza, ci regalava una puntata dedicata al movimento dei Focolari. In sintesi, grande surplus per i già sensazionali palinsesti estivi Rai. E' presto detto che conta poco l'opinione del sottoscritto, probabilmente condizionata da un'avversione a priori nei confronti della tematica. Si tenta di guardare al fenomeno televisivo, provando ad intendere l'impegno che la Rai mette in campo per la realizzazione di questi eventi.
Non si crede che questo spinto proselitismo estivo serva a qualcosa. Probabilmente non avrebbe senso nemmeno d'inverno, è vero, ma è ingiusto che passi così, d'estate, perso in un sostanziale anonimato. Non è giusto nei confronti di chi crede e anche di chi non lo faccia. E' una mancanza di rispetto per i primi perché si palesa il disinteresse editoriale nei confronti dell'argomento, dove la rete non fa operazioni strutturali, divulgative, non tenta alcuna strada per focalizzare l'interesse bensì si limita a dedicare quantitativamente un tot di spazi televisivi. Li assegna d'ufficio, pare usi un pallottoliere. Si manca di rispetto pure ai secondi che, tramite questa tattica aziendale palese, percepiscono un'evidente presa in giro, poiché resta che d'estate, la Tv, dovrebbe essere luogo di sperimentazione, non attesa che l'estate termini.
Non esiste alcun motivo sensato perché la stagione estiva divenga il luogo del proselitismo spinto e senza frutti. Questa programmazione non smuove una (che sia una) coscienza. Non può farlo perché si ghettizza dalla nascita, facendo nulla per attirare chi non sia nel circolo, nulla per rendersi contenutisticamente interessante aldilà del proprio indirizzo cattolico. Ci augureremmo una presa di coscienza dalla Rai. Potrebbe trovare un formato sostenibile di divulgazione, ad esempio cercando un modo per spiegarci le sacre scritture, che restano testi potentissimi oltre l'interpretazione cattolica. Ma per la Rai i condizionali ai fini di consiglio si sprecano: siamo un popolo di programmatori Tv, a quanto pare inascoltati.