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Lega di Matteo Salvini contro la Rai: “Paga 25mila euro per trasmettere un film su Carola Rackete”

La Lega di Matteo Salvini si scaglia contro la Rai. Sulla pagina Facebook ufficiale, il partito accusa l’azienda di Viale Mazzini di aver speso “25 mila euro” per trasmettere un film su Carola Rackete e la Sea Watch. Il riferimento, molto probabilmente, è al documentario Sea Watch 3 realizzato dai reporter Jonas Schreijäg e Nadia Kailouli.
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A cura di Daniela Seclì
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La Lega di Matteo Salvini si scaglia contro la Rai. In un post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale, il partito muove una precisa accusa all'azienda di Viale Mazzini. Secondo quanto sostiene, la Rai avrebbe acquistato i diritti di un film su Carola Rackete. Molto probabilmente si tratta del documentario Seawatch 3, realizzato da Jonas Schreijäg e Nadia Kailouli, che racconta come Carola Rackete portò in salvo 53 persone, forzando il blocco della Guardia di Finanza e attraccando a Lampedusa.

Il post della Lega contro la Rai

Secondo quanto viene sostenuto sulla pagina ufficiale della Lega di Matteo Salvini, la Rai avrebbe pagato 25 mila euro per rendere disponibile il film su Carola Rackete ai suoi telespettatori: "Roba da matti! La Rai paga 25mila euro per trasmettere un film su Carola e la SeaWatch. Tutto a spese dei contribuenti italiani…". Il post è accompagnato da una foto che ritrae una scena del trailer di Seawatch 3, dunque, sembra proprio che il film a cui si fa riferimento sia il documentario realizzato da Jonas Schreijäg e Nadia Kailouli.

La trama del documentario Seawatch 3

Nella notte tra venerdì 28 e sabato 29 giugno 2019, dopo più di due settimane trascorse in mare, Carola Rackete ha deciso di forzare il blocco della Guardia di Finanza e di attraccare a Lampedusa, per permettere alle 53 persone a bordo di sbarcare. La situazione della Sea Watch 3 aveva raggiunto una fase di stallo quando Salvini, allora Ministro dell'Interno, aveva vietato alla nave di entrare in acque italiane. La Rackete venne arrestata e poi messa ai domiciliari. La Cassazione, però, decise per il no all'arresto, in quanto Carola aveva "rispettato l'obbligo di prestare soccorso in mare" che "non si esaurisce nell'atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l'obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro".

Jonas Schreijäg e Nadia Kailouli hanno vissuto in prima persona quei giorni ricchi di dolore e continui capovolgimenti. Erano a bordo della Sea Watch 3 quando l'equipaggio ha strappato alla precaria protezione di un gommone, 53 persone. Hanno filmato la polizia italiana che alle 2 del mattino consegnava a Carola Rackete un avvertimento da parte di Matteo Salvini. Hanno registrato la disperazione di uomini e donne che minacciavano di buttarsi in mare perché divorati dal terrore di tornare in Libia. Hanno raccolto i racconti delle violenze subite nei campi africani, ma anche i momenti di sconforto di Carola Rackete davanti a istituzioni che continuavano a palleggiarsi la responsabilità di quelle vite. Insomma, il documentario porta gli spettatori sulla Sea Watch 3 e racconta dall'interno quanto accaduto in quei 17 giorni.

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