Le Iene continuano l’inchiesta sul prete Don Nello Giraudo
Dopo aver raccontato per la prima volta la terribile questione di Don Nello Giraudo, prete ligure che ha abusato di diversi ragazzini dal 1980 al 2010 e nonostante la Curia fosse al corrente di quanto stesse accadendo non fece nulla per limitare gli abusi. Ad ogni “episodio di violenze” pare che il vescovato lo spostò di parrocchia in parrocchia, spesso distanti non più di 10 km e lui continuò indisturbato nelle sua attività di guida spirituale a stretto contatto con i ragazzini. La vicenda ha seriamente scioccato gli italiani: lo scandalo degli abusi minorili da parte di preti in Italia come all'estero è cosa nota, ma dalle parole dell’ex Papa Ratzinger che promise un deciso intervento volto a stroncare gli “spiacevoli episodi” ci si aspettava qualcosa in più. Oltre allo choc della questione in sé, c’è uno sdegno da parte degli utenti italiani che nasce dall'atteggiamento dei cardinali e vescovi intervistati da Pablo Trincia.
La testimonianza di Massimiliano – Il ragazzino molestato di Valleggia la cui madre nel 1984 con una lettera informò la Curia delle tendenze di Don Nello (è la prima testimonianza definita dai giornalisti de Le Iene "inequivocabile" che all’epoca la diocesi di Savona sapesse e non fece nulla per impedire gli abusi) appare in tv ed apre il servizio de Le Iene. Dopo aver ripercorso brevemente gli eventi trasmessi durante la puntata di domenica 3 marzo, Trincia intervista proprio quella vittima, Massimiliano che oggi a 43 anni ha una famiglia ma a 12 anni ebbe la "sfortuna", come lui la definisce, di avere Giraudo come insegnante di religione a scuola media, che racconta:
Era un tipo simpatico, brillante. Il problema nasceva quando faceva vedere le diapositive di natura e animali: spegneva la luce e si metteva seduto accanto ai due o tre ragazzini che li piacevano di più e li palpeggiava. Me lo ricordo bene, capivo che era una cosa che non andava bene e mi dava fastidio. Il ricordo di quei momenti lì sono i suoi pantaloni di velluto, perché quando prendeva la mia mano e la metteva sul suo pene. Mia madre parlò con un’amica a proposito di voci che circolavano sul conto di Don Nello e lì capii e raccontai tutto. Successe il finimondo: mio padre e mio nonno imbufalito andarono in canonica, credo volessero mettergli le mani addosso. I miei volevano andare in Magistratura a denunciarlo, ma furono convinti dai vescovi dell’epoca a non farlo, rassicurati che se ne sarebbero occupati loro.
Il servizio de Le Iene di domenica 3 marzo ha generato un certo sdegno in tutto il mondo e, in vista del prossimo Conclave, anche una petizione per allontanare Domenico Calcagno, cardinale testimone degli abusi che parteciperà all'elezione del futuro Papa. E’ Francesco, una delle tre vittime di Don Nello Giraudo, che cerca di portare le firme di questa petizione in Vaticano ma la polizia glielo impedisce. Trincia intervista David Clohessy, fondatore della SNAP, un’associazione per le vittime degli abusi nata in America che conta più di 12.000 membri in tutto il mondo che ha chiesto, inutilmente, un incontro in Vaticano. Racconta la sua esperienza di ragazzino abusato dai 12 ai 16 anni e la stessa sfortunata sorte dei suoi tre fratelli, uno dei quali è diventato prete a sua volta.
Il silenzio dei cardinali presenti al Conclave – A ben guardare i commenti degli utenti del web, un grave sconcerto è derivato dal mutismo dei cardinali presenti in Vaticano per il Conclave e intervistati da Trincia in strada: tutti hanno dato più o meno le stesse risposte "Perché lo chiede proprio a me", "Non le darà nessuna spiegazione", "Calcagno? Ha il diritto di partecipare al raduno", "Lo chieda a qualcun altro", "Non mi importa di niente", "Dobbiamo avere un certo riserbo. Ho il dovere di non rispondere" e uno degli ultimi che si è limitato a dire in maniera seppur gentile:
Non voglio fare dichiarazioni, non ti voglio rispondere. Non ne ho voglia. Dovere di rispondere? Ahahah a chi? E' legittimo non parlare, lo sanno anche i genitori.
Altri cardinali non rispondono ed allontanano Le Iene. In ultimo, l'appello tra le lacrime di commozione del fondatore dell'associazione SNAP a tutti i ragazzini abusati invitandoli a parlarne con qualcuno della propria famiglia (non ai preti) e a non restare in silenzio.