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L’Amica Geniale debutta in America, il “rinascimento” della tv italiana agli occhi del mondo

Il 19 novembre andrà in onda su HBO “L’Amica Geniale”. La serie co-prodotta dalla Rai, trasposizione dei romanzi di Elena Ferrante, potrebbe rappresentare un momento fondamentale per la percezione della televisione italiana a livello internazionale. Non a caso all’estero lo hanno già definito “un punto alto del rinascimento televisivo italiano”.
A cura di Andrea Parrella
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Le aspettative per "L'Amica Geniale", la serie tv tratta dal romanzo omonimo di Elena Ferrante, sono altissime. Dopo mesi di anticipazioni e curiosità svelate con grande parsimonia dalla produzione, il giorno della prima visione della serie in America è arrivato. Lunedì 19 novembre, i telespettatori americani vedranno per la prima volta "The Brilliant Friend" (questa la traduzione inglese del romanzo e della serie), trasmesso da HBO. L'emittente, che a cavallo tra anni Ottanta e Novanta rivoluzionò il modello produttivo seriale americano e internazionale, ha co-prodotto la serie insieme alla Rai, con la partecipazione di Wildside, Fandango, Umedia e TIMVISION.

La serie tv giunge come risultante di una vera e propria mania determinata da un fenomeno letterario che ha pochi precedenti in fatto di proporzioni. Febbre che è stata motivo di ispirazione per Giacomo Durzi, che nel 2017 tentò di raccontare l'enorme impatto della saga con il documentario significativamente intitolato "Ferrante Fever". La serie diretta da Saverio Costanzo, presentata alla stampa lo scorso settembre, in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, rappresenta dunque la chiusura di un cerchio, una sintesi filmica del grande immaginario evocato dagli scritti della Ferrante, il cui fascino è riuscito, con molta probabilità, ad avere all'estero più risonanza di quanto non ne avesse già avuto in Italia.

Si parte da Gomorra, si arriva a L'Amica Geniale

Per la produzione seriale di casa nostra si tratta di un passo enorme, soprattutto per la rilevanza che questa operazione dà al settore italiano, in fase di espansione dal 2014, ovvero dall'arrivo, manco a dirlo, di "Gomorra", pietra miliare della serialità televisiva italiana, non a caso originata da un fenomeno letterario differente, ma simile per dimensioni. La serie Sky ha avuto il merito di fare da apripista ad una nuova stagione della serialità nostrana, con una ricaduta internazionale inimmaginabile alla vigilia. Un'era che ha innescato un grande e confuso fermento in Italia, con risultati più o meno centrati, tra i quali va citato per eco internazionale "The Young Pope" di Paolo Sorrentino, e che sembra condurci dritti alla serie diretta da Saverio Costanzo. "L'Amica Geniale" può segnare un momento di passaggio cruciale per l'affermazione definitiva, anche rispetto al sentire comune, del racconto seriale come forma espressiva di linguaggio audiovisivo più efficace dell'era contemporanea.

La reputazione della tv italiana all'estero

La serie tv arriverà su Rai 1 il 27 novembre, ma merita interesse il fatto che l'accoglienza internazionale di questo prodotto stia già incidendo fortemente sul modo in cui è percepito, fuori dai confini nazionali, il sistema televisivo italiano. La stampa estera, che si è interessata al prodotto quando era ancora in fase di lavorazione, si è spesa in elogi da subito, con richiami piuttosto chiari all'oggettiva rivalutazione del settore italiano in seguito all'impegno Rai nella realizzazione de "L'Amica Geniale". Era agosto e Jason Horowitz scriveva per Vogue parole molto significative al fine di comprendere l'idea che il mondo ha della nostra tv: "Dopo gli anni bui della televisione italiana, segnata dalle showgirl poco vestite sulle emittenti di proprietà di Silvio Berlusconi, "L'Amica Geniale" rappresenta uno spartiacque, una produzione italiana di portata internazionale […] Un prodotto che segna un punto alto del rinascimento televisivo italiano, in parte non piccola perché delle donne brillanti, ambiziose e complicate – lontane dagli ornamenti dell'era berlusconiana – sono il cuore della storia". Altrettanto ardito, ma non meno sintomatico, è il recente fondo di Tobias Jones sul The Guardian, in cui si individua un filo rosso che passa dai grandi classici del cinema italiano, da Fellini a Tornatore, per arrivare all'opera di Costanzo.

Ha senso parlare di rinascimento italiano?

Indipendentemente dalla visione de "L'Amica Geniale", rispetto alla quale ogni lettore/spettatore potrà farsi una propria personalissima idea, l'impegno in prima linea della TV pubblica nell'operazione avvalora l'utilizzo del termine "rinascimento". Il solo coinvolgimento è già di per sé un sintomo di significativo svecchiamento, dell'intenzione di svincolarsi definitivamente da pratiche e modelli produttivi che per troppo tempo hanno impedito alla Rai di poter proporre con orgoglio il proprio prodotto ad una platea internazionale. Un segnale importantissimo e in continuità con il lavoro che da tempo va avanti a Viale Mazzini e che ha portato alla recente alleanza siglata con i servizi pubblici francese France Télévision e tedesco Zdf, per creare, produrre e finanziare serie tv europee innovative e in grado di competere con le migliori serie proposte da piattaforme streaming e servizi Over The Top come Netflix e Amazon.

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