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L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi in tv, omaggio a Bergamo straziata dal virus

Per omaggiare la città di Bergamo, tra i comuni italiani più colpiti dall’emergenza Covid-19, su Rai3 in prima serata verrà trasmesso “L’albero degli zoccoli”, il capolavoro di Ermanno Olmi completamente ambientato in terra bergamasca. Il film del 1978 guadagnò la Palma d’Oro alla 31esima edizione del Festival di Cannes e racconta la vita di quattro famiglie contadine sul finire dell’Ottocento.
A cura di Ilaria Costabile
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La Lombardia è stata, ed è ancora, la regione d'Italia che più delle altre ha dovuto fronteggiare con ogni mezzo l'imperversare del coronavirus, la malattia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero, che ha strappato migliaia di donne e uomini alla loro vita. Come omaggio alle vittime di Bergamo, la città lombarda più colpita dal Covid-19, Rai3 ha voluto trasmettere in prima serata venerdì 10 aprile, uno dei grandi capolavori del cinema italiano, "L'albero degli zoccoli", diretto da Ermanno Olmi (scomparso nel maggio 2018) e completamente girato in terra bergamasca. Il film sarà introdotto da una breve presentazione di Massimo Gramellini. 

La proposta della senatrice Simona Pergreffi

La proposta di trasmettere il film di Ermanno Olmi è stata avanzata nelle scorse settimane dalla senatrice della Lega, nonché membro della Commissione Vigilanza Rai, Simona Pergreffi, che aveva individuato nella messa in onda della pellicola un gesto significativo per diffondere un messaggio di solidarietà a tutti i bergamaschi: "Il film vuole essere un messaggio di incoraggiamento verso tutta la gente bergamasca in un momento drammatico per la nostra terra, Bergamo è una città martire straziata e sfinita dalla lotta contro il virus. Questo film, girato nella campagna bergamasca, recitato in dialetto, con attori presi dalla gente comune è dedicato a loro" ha dichiarato la senatrice.

Il film è ambientato nella campagna bergamasca

Era il 1978 quando comparve per la prima volta nelle sale "L'albero degli zoccoli", film che al Festival di Cannes si aggiudicò l'ambita Palma d'Oro. Un film fuori dal comune, girato completamente in lingua lombarda nella variante propria della città di Bergamo, e completamente ambientato nella bassa pianura bergamasca includendo i comuni di Martinengo, Cividate del Piano, Mornico al Serio. Gli interpreti del film sono tutti contadini di quelle zone, nessuno di loro, infatti, aveva alcuna esperienza in fatto di recitazione. Ogni aspetto della pellicola è stato curato da Ermanno Olmi, dalla regia alla sceneggiatura, dalla fotografia al montaggio alla produzione, solo le musiche, solenni ed intense, sono di Bach e Mozart.

La trama de L'albero degli zoccoli

Protagoniste della storia, ambientata tra il 1897 e il 1898, sono quattro famiglie di contadini, ognuna di loro vive una vicenda che sottolinea l'umile condizione in cui vivono, destinati a barcamenarsi tra lavoro nei campi e preghiera. L'accaduto che dà il nome all'intero racconto è quello con il quale si apre anche il film: il piccolo Mènec, un bambino di sei anni, torna a casa da scuola con un solo zoccolo al piede, dal momento che l'altro si è rotto durante il cammino. Il padre, Batistin, non potendo comprarne un altro paio, si serve dell'albero di ontano della cascina in cui vivono per costruire le scarpe al bambino. Il padrone dell'abitazione viene a conoscenza di quanto è accaduto e manda via l'intera famiglia. Per ogni famiglia, quindi, vengono raccontati i problemi e dilemmi quotidiani, che descrivono la povertà e l'indigenza della campagna bergamasca. I contadini lavorano, soffrono, si innamorano, si battono per le ingiustizie subite e vivono nella loro semplicità ogni emozione e turbamento, il tutto è costruito seguendo l'alternarsi delle stagioni che dettano le varie fasi della vita contadina. Non mancano, però, riferimenti a fatti realmente accaduti nella storia lombarda, di fatti, il racconto dell'amore tra i giovanissimi Stefano e Maddalena si intreccia con i moti milanesi del 1898 e la repressione del generale Fiorenzo Bava Beccaris.

Il neorealismo dei veri contadini di Bergamo

Elemento molto importante per ogni film è senza dubbio la musica. Qui la colonna sonora si costituisce delle musiche di Johann Sebastian Bach, interpretate da Fernando Germani. Ermanno Olmi dichiarò che la scelta della colonna sonora rappresentò un problema, dal momento che nessuna musica sembrava adatta, quasi sembrava stonasse con la cultura della campagna. Provando, poi per puro caso, con una sonata di Bach si rese conto che quella solennità accompagnava perfettamente alcune scene, come ad esempio proprio quella in cui l'albero viene tagliato per creare gli zoccoli. Altro dettaglio curioso riguarda gli interpreti del film, come abbiamo già detto nessuno di loro aveva esperienze cinematografiche alle spalle, in pieno stile neorealista gli attori erano gente comune, in questo caso contadini. Per volere del regista nei titoli di coda del film i loro nomi vennero scritti seguendo l'ordine, non solito, di cognome-nome, gesto con il quale si voleva sottolineare la provenienza di ogni singolo interprete.

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